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32 avvisi di garanzia agli operai Irisbus per aver difeso la fabbrica

Il sostituto procuratore della Repubblica di Ariano Irpino, ha deciso che a 32 operai dell’Irisbus dovevano essere recapitati degli avvisi di garanzia per i fatti accaduti il 15 ottobre 2011.


La mente di qualcuno andrà alle strade di Roma; allora la fermi subito. Perché quel giorno gli operai dell’Irisbus erano rimasti nella Valle Ufita a presidiare lo stabilimento di proprietà della FIAT perché era giunta la notizia che sarebbero giunte le bisarche per portar via gli ultimi autobus rimasti ancora in fabbrica. Difendevano cioè la possibilità stessa di una continuazione dell’attività dell’azienda, contrastando la decisione presa dal management FIAT di chiudere l’Irisbus. Secondo Michela Palladino, il sostituto procuratore, quegli operai avrebbero leso l’immagine della FIAT e avrebbero condotto la loro protesta ‘mediante violenza e minacce’.

Noi quella giornata la ricordiamo: eravamo da poco saliti su uno degli autobus che ci avrebbero condotti alla manifestazione di Roma, quando ricevemmo la telefonata di un compagno dell’Irisbus che ci chiedeva se potessimo raggiungerli ed unirci a loro. Quella volta non ci fu possibile.

Li avevamo conosciuti poco più di un mese prima gli operai dell’Irisbus, che di lì a poco, grazie alla loro combattività si sarebbero fatti conoscere in tutta la penisola e anche oltre; la settimana precedente alcuni di noi avevano trascorso una mattinata ai cancelli della fabbrica, presidiata da luglio dagli operai.

Eravamo stati accolti come fratelli e sorelle, ed erano state – pur nelle ambasce del momento – belle ore. A due anni di distanza ci accorgiamo di non essere gli unici a ricordare. La repressione arriva, più o meno puntuale. Chi oggi è tutto intento a giocare a fare il ‘supporter’ della magistratura, dovrebbe riflettere e forse intuirebbe che c’è sempre un segno di classe nelle azioni dello stato.

Gli operai dell’Irisbus cercavano giustizia, hanno trovato la legge.