41bis: Né libri, né soldi a Nadia Lioce e se protesta anche le contravvenzioni!
- giugno 03, 2017
- in 41bis, Lettere dal carcere
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Il 7 luglio 2017, la prigioniera politica Nadia Lioce, detenuta in regime di 41bis nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, sarà processata per Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone (Art. 659 c .p.) per aver fatto una battitura di protesta 3 anni fà e per oltraggio a pubblico ufficiale (http://www.ilcentro.it/l-aquila/fa-chiasso-in-cella-processo-alla-brigatista-lioce-1.1576807)
La scorsa estate a L’Aquila, come in tante altre carceri in cui vige il regime del 41bis (non certo applicato ai veri capi mafiosi, ma soprattutto a detenuti e detenute politiche e verso chi protesta nelle carceri), era stata fatta un’iniziativa di “Pagine contro la tortura” – presenti le compagne del Mfpr, anche da Palermo, Milano e il Soccorso rosso proletario – per denunciare il divieto anche di ricevere libri, divieto che è diventato definitivo con la sentenza della Corte Cosituzionale dell’8 febbraio 2017.
Pensavamo di risolvere il problema inviando a Nadia Lioce un vaglia per comprare i libri tramite il carcere e lo abbiamo fatto, senza accompagnare il vaglia con riferimenti ai libri in questione, né altri messaggi che il carcere avrebbe potuto ritenere sospetti (Paola Staccioli le mandò un vaglia per acquistare “sebben che siamo donne” e il vaglia Nadia lo ha ricevuto dopo un anno).
Così è stato mandato un vaglia a febbraio, scrivendo come causale soltanto “contributo acquisto libri” e un vaglia ad aprile, sempre con la stessa causale (contributo acquisto libri).
A marzo le abbiamo suggerito di acquistare un libro di fantascienza che una compagna ci aveva dato per lei e successivamente le abbiamo inviato l’appello per lo sciopero delle donne, ma anche questi, evidentemente, vengono considerati pericolosi, perché Nadia non ha ricevuto nessuno dei 2 vaglia e ha fatto reclamo.
Evidentemente lo Stato spera, con la “tortura bianca”, di annientare lo spirito delle prigioniere rivoluzionarie che non si sono “pentite”.
Ci sono altri prigionieri in 41 bis, che si sono laureati, hanno scritto libri ecc., mentre Nadia non può ricevere alcun tipo di sostegno o solidarietà, affettiva o economica, perché la solidarietà che terrorizza lo Stato è la solidarietà politica!
Perché Nadia e gli altri compagni prigionieri in 41 bis non possono neanche ricevere 2 sporchi soldi per sopravvivere e studiare?
Per tornare al processo del 7 luglio. Oltre agli sbirri, a quali “compagne” o “compagni” di prigione Nadia Lioce ha disturbato il sonno con la sua battitura, tanto da meritare una ridicola denuncia per “schiamazzi”?
Continuiamo ad accendere delle scintille di solidarietà sotto il carcere dell’Aquila il 7 luglio!
MFPR