Oggi vediamo gli effetti di una folle campagna securitaria, imposta dalla politica. Domani ci sarà da pagare un conto molto molto salato, in termini economici e sociali
Settembre è iniziato con l’ennesimo “record” negativo per le carceri italiane: i detenuti sono oramai 64.000. L’aumento dall’inizio del 2007 è stato di 25.000 persone, molte di più dei posti che dovrebbero essere creati dal “piano carceri”, che dovrebbe essere discusso in Consiglio dei Ministri entro la metà del mese.
Un “piano” che dovrebbe portare alla creazione di 17.000 nuovi posti detentivi, con una spesa di circa un miliardo e mezzo di euro. Ma i soldi a disposizione, a conti fatti, sono soltanto 320 milioni (200 arrivano dal F.A.S. e 120 dalla Cassa delle ammende), per il resto il Governo conta di ottenere l’aiuto dei privati (Confindustria?) e dell’Unione Europea, ma da entrambi finora non sono arrivate parole chiare… piuttosto dei “vedremo” e “se ne parlerà”.
Entro il 2012, comunque, il Governo conta di avere portato a termine il “piano straordinario di edilizia penitenziaria”… affidandosi alla speranza che i cantieri funzionino come orologi svizzeri e che i detenuti, nel frattempo, non siano diventati 90 o 100mila!
Naturalmente nessuno ha pensato che, oltre a costruire nuove celle, si porrà il problema del mantenimento e della sorveglianza dei 20-30 mila detenuti in più “ospitati” nelle galere. Per chi non lo sapesse, il costo medio giornaliero di un detenuto si aggira sui 150 euro, per cui è facile calcolare quanto costerà questo ampliamento del sistema penitenziario: ogni anno servirà un altro miliardo e mezzo di euro, per il funzionamento “a regime”… e almeno 10.000 agenti in più, oltre che a centinaia e centinaia di nuovi impiegati, educatori, dirigenti, etc.
Per la disastrata economia italiana, insomma, un bel “salasso” di cui non ci sarebbe bisogno.
Perché una diversa soluzione sarebbe possibile e in molti – almeno a parole – concordano: le “misure alternative” alla detenzione sono più efficaci in termini di riduzione della recidiva, costano di meno, consentono alle persone condannate di fare qualcosa di utile per la società e le vittime dei reati, e così via… Purtroppo queste rimangono mere dichiarazioni di intenti, perché alla prova dei numeri ci accorgiamo che dopo l’indulto del 2006 le misure alternative sono state concesse con il “contagocce”: in 3 anni i detenuti sono passati da 37.000 a 64.000 (aumentando di ben 27.000), mentre i condannati a pene extra-carcerarie sono rimasti intorno ai 10.000, nel bilancio tra le misure “esaurite” e quelle che sono iniziate. La folle campagna securitaria – imposta dalla politica per ragioni che hanno poco a che vedere con la repressione della criminalità – oggi sta dispiegando appieno i suoi effetti sul sistema giudiziario e penitenziario, ma domani presenterà “il conto” dei costi economici e sociali, e sarà un conto molto molto salato.
Settembre è iniziato con l’ennesimo “record” negativo per le carceri italiane: i detenuti sono oramai 64.000. L’aumento dall’inizio del 2007 è stato di 25.000 persone, molte di più dei posti che dovrebbero essere creati dal “piano carceri”, che dovrebbe essere discusso in Consiglio dei Ministri entro la metà del mese.
Un “piano” che dovrebbe portare alla creazione di 17.000 nuovi posti detentivi, con una spesa di circa un miliardo e mezzo di euro. Ma i soldi a disposizione, a conti fatti, sono soltanto 320 milioni (200 arrivano dal F.A.S. e 120 dalla Cassa delle ammende), per il resto il Governo conta di ottenere l’aiuto dei privati (Confindustria?) e dell’Unione Europea, ma da entrambi finora non sono arrivate parole chiare… piuttosto dei “vedremo” e “se ne parlerà”.
Entro il 2012, comunque, il Governo conta di avere portato a termine il “piano straordinario di edilizia penitenziaria”… affidandosi alla speranza che i cantieri funzionino come orologi svizzeri e che i detenuti, nel frattempo, non siano diventati 90 o 100mila!
Naturalmente nessuno ha pensato che, oltre a costruire nuove celle, si porrà il problema del mantenimento e della sorveglianza dei 20-30 mila detenuti in più “ospitati” nelle galere. Per chi non lo sapesse, il costo medio giornaliero di un detenuto si aggira sui 150 euro, per cui è facile calcolare quanto costerà questo ampliamento del sistema penitenziario: ogni anno servirà un altro miliardo e mezzo di euro, per il funzionamento “a regime”… e almeno 10.000 agenti in più, oltre che a centinaia e centinaia di nuovi impiegati, educatori, dirigenti, etc.
Per la disastrata economia italiana, insomma, un bel “salasso” di cui non ci sarebbe bisogno.
Perché una diversa soluzione sarebbe possibile e in molti – almeno a parole – concordano: le “misure alternative” alla detenzione sono più efficaci in termini di riduzione della recidiva, costano di meno, consentono alle persone condannate di fare qualcosa di utile per la società e le vittime dei reati, e così via… Purtroppo queste rimangono mere dichiarazioni di intenti, perché alla prova dei numeri ci accorgiamo che dopo l’indulto del 2006 le misure alternative sono state concesse con il “contagocce”: in 3 anni i detenuti sono passati da 37.000 a 64.000 (aumentando di ben 27.000), mentre i condannati a pene extra-carcerarie sono rimasti intorno ai 10.000, nel bilancio tra le misure “esaurite” e quelle che sono iniziate. La folle campagna securitaria – imposta dalla politica per ragioni che hanno poco a che vedere con la repressione della criminalità – oggi sta dispiegando appieno i suoi effetti sul sistema giudiziario e penitenziario, ma domani presenterà “il conto” dei costi economici e sociali, e sarà un conto molto molto salato.
Francesco Morelli
Centro Studi di Ristretti Orizzonti
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