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Manganelli e divieti non fermano la piazza palestinese

Più di diecimila persone a Roma per la Palestina, pullman fermati prima del Raccordo. Moltissimi sono accorsi per protestare contro la stretta repressiva e contro il ddl 1660. Feriti, arresti e fogli di via. 

palestina 5 ott

Più di diecimila persone , malgrado la pioggia e lo sciopero dei mezzi pubblici. La mattina si era aperta con Radio Onda Rossa che ha anticipato che la «manifestazione statica» era stata infine concessa.  C’erano studenti in grandi quantità, famiglie con bambini, e tanta gente comune accorsa non soltanto per mostrare la sua vicinanza ai palestinesi che ogni giorno continuano a morire a centinaia, ma anche per il clima che si era venuto a creare nei giorni precedenti al corteo, tra divieti e allarmi, mentre sullo sfondo resta il tema del nuovo durissimo ddl sicurezza che a breve diventerà legge.

È l’unica piazza che oggi parla di libertà. È la nostra parola d’ordine. Ci è stato detto che il divieto alla piazza era per garantire la pace, ma il divieto è arrivato perché noi vogliamo distruggere il regime della guerra”, le parole degli organizzatori della manifestazione vietata a Roma dalle autorità. “Oggi siamo tanti ma potremmo essere molti di più se questo non fosse uno stato fascista di polizia. Abbiamo decine di compagni fermati, bus sono stati rimandati indietro, controlli sui treni. Questo è uno stato fascista. Vergogna“, aggiungono. “Il popolo palestinese e il popolo libanese combattono da secoli per la loro libertà e noi non abbasseremo la nostra testa nonostante la repressione e il decreto sicurezza che vuole criminalizzare tutte le lotte”.

Pulman fermati all’uscita dei caselli autostradali, alcuni attivisti sono stati anche picchiati dalla polizia, come è succeso al pullman partito da Pisa

pullman pisa

 

Il pullman partito da Bergamo è stato fermato alla stazione di Poggio Mirteto e non ha potuto raggiungere Roma. Questa è la testimonianza dei compagn* e solidali:

Questa mattina da Bergamo è partito un autobus diretto al presidio (AUTORIZZATO) per la Palestina a Roma. In provincia di Rieti il bus è stato fermato e sono stati presi i documenti di tutte le persone a bordo, per poi ridarli subito. Alcune persone però, nel momento in cui dovevano prendere un autobus diretto a Roma, sono state fermate sono stati presi loro i documenti e sono ora da più di 4 ore ferme presso la stazione di Poggio Mirteto. I/le compagni/e fermat sono otto più tre solidali. Gli avvocati (sono stati sentiti circa 3 legali) dichiarano che la cosa è ILLEGITTIMA. I/le compagne/i sono stati ‘minacciati’ di ricevere un foglio di via per una città, Roma, che non hanno neanche visto col binocolo oggi. Sappiamo che tante persone in varie città stanno subendo la stessa cosa e i fogli di via sono tanti. Chiediamo solidarietà e supporto, fate girare i video caricati nelle storie del canale Instagram della Rete Bergamo per la Palestina.

A fine manifestazioni cariche della polizia e scontri. La risposta delle forze dell’ordine alla richiesta di corteo dei manifestanti  è stata veemente: lacrimogeni, idranti, lacrimogeni sparati ad altezza uomo dure cariche in una piazza chiusa e priva di vie di fuga.

Il bilancio finale è di tre feriti, quattro fermati, che vanno ad aggiungersi ai 19 che erano stati fermati in mattinata mentre cercavano di raggiungere Roma, più di 40 fogli di via firmati al volo. In totale, fanno sapere dalla questura, i controllati sono stati 1.600.

In serata, uno studente del liceo Righi appena uscito dalla manifestazione su via Marmorata è stato aggredito da un gruppo di sionisti, che l’hanno preso a calci e pugni mandato in pronto soccorso.

L’appello dei compagn* di Tiziano, arrestato ieri nella mobilitazione di piazza per la Palestina:

Oggi 5 ottobre, durante la manifestazione che si é svolta a Roma in Piazzale Ostiense, il nostro compagno Tiziano é stato malmenato dalla polizia (in foto uno dei momenti del suo pestaggio) e in seguito portato in questura, dove si trova tutt’ora e rimarrà trattenuto in stato di fermo fino a lunedì, quando si svolgerà il processo per direttissima con accuse che siamo certi essere arbitrarie, pretestuose e infondate. Non sappiamo quali siano le sue condizioni e non ci sono stati contatti diretti con lui. In questo momento é fondamentale esprimere solidarietà e organizzarsi contro questo sistema repressivo che si accanisce contro chi resiste. Pretendiamo l’immediata liberazione di Tiziano e lanciano un invito alla mobilitazione. (É utile la condivisione di foto e video che possano testimoniare quanto successo).”

tiziano 5 ott

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