A Rovato è caccia al migrante. Botte e spedizioni punitive
- novembre 26, 2009
- in antifascismo, migranti
- Edit
Dopo giorni di benzina sul fuoco, in Franciacorta la situazione dei migranti vira pericolosamente verso l’allarme rosso. Martedì sera alcune decine di persone, incappucciate e col volto coperto da sciarpe, hanno infatti deciso di dare corpo al terribile fantasma che da giorni aleggia sull’ovest bresciano: la caccia al migrante.
Sfruttando la marcia silenziosa, apolitica e composta organizzata a Rovato dagli amici della giovane coppia brutalmente aggredita nel fine settimana da un 24enne cittadino di origine marocchina (almeno duemila le persone in corteo), il gruppo ha deciso di passare direttamente alla violenza indiscriminata e squadrista. Almeno tre gli episodi registrati: il primo al bar “Mandarino” di corso Bonomelli, di proprietà di alcuni cittadini cinesi e punto di ritrovo di diverse comunità migranti. Dal fondo del corteo un petardo è esploso a pochi passi dalla porta del bar: in pochi istanti sui visi di una ventina di persone – praticamente tutte di fuori paese, dicono a Rovato – sono comparse sciarpe, cinghie, aste di bandiera e cappucci. La barista – italiana, per quel che vale – del bar è stata picchiata con un’asta al braccio. La donna. R.B., con l’aiuto degli avventori è comunque riuscita a chiudere la porta. «Sono stata un anno e mezzo senza lavoro – ha affermatola la barista – Un cittadino cinese me l’ha dato, mentre dagli italiani che manifestavano contro la violenza ho ricevuto botte».
Stesso copione per un operatore di una tv locale, buttato contro un furgone in sosta perché “sorpreso” a filmare il tentato assalto razzista. Organizzatori e gente comune in corteo hanno subito stigmatizzato l’accaduto, mentre qualcuno ha abbandonato addirittura la sfilata. La marcia comunque è poi ripartita, ma a pochi passi dalla conclusione in piazza Cavour, una nuova aggressione, stavolta ancora più grave: la stessa ventina si è staccata dal corteo e si è lanciata in una vera e propria caccia al migrante nei vicoli del vecchio Castello, un’area popolata da numerosi migranti di diverse nazionalità. Ad avere la peggio due fratelli di 35 e 36 anni, operai kosovari appena rientrati dal lavoro, aggrediti a calci e pugni mentre parcheggiavano la loro autovettura in vicolo Rose. Un petardo ha mandato i vetri dell’auto in frantumi, mentre i due sono stati costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Chiari. In tarda serata, infine, un’altra esplosione: una bomba carta non lontano dal centro sociale “28 Maggio 1974” di Rovato.
Completamente sorprese le forze dell’ordine: lontano da qualunque solleticazione poliziesca, va comunque registrato che qualche carabiniere di paese, una manciata di vigili e alcuni poliziotti in borghese non sono certamente lo schieramento che si è soliti vedere per un corteo di duemila persone e con una tensione così palpabile nell’aria. SuI fatti di Rovato sarebbero comunque in corso indagini della Digos e dei carabinieri, volte a individuare gli autori delle aggressioni squadristiche ed ad impedire azioni analoghe nel resto di una settimana che si preannuncia estremamente calda.
Sempre martedì sera decine di antirazzisti e migranti hanno presidiato il comune di Coccaglio, teatro della tristemente nota ordinanza xenofoba “White Christmas”. All’interno del consiglio comunale, presieduto dal sindaco leghista Franco Claretti, gli attivisti del Comitato Antirazzista dell’Ovest Bresciano hanno esposto uno striscione ironico: “Baldassare, Melchiorre e Gesù Bambino: anche il presepe è clandestino”. «Dopo i fatti di Rovato – hanno detto gli attivisti del Comitato durante la diretta di Radio Onda d’Urto – il clima è ancora più teso in tutto l’ovest bresciano: la destra soffia strumentalmente sulle paure della gente, fingendo di non vedere che la vera emergenza del territorio si chiama occupazione. I tanti migranti che i razzisti vari continuano a definire “ciondolanti per le strade dei nostri Comuni senza fare niente” si trovano in questa condizione perché le loro aziende li hanno licenziati, così come sta succedendo a tanti autoctoni».
Per spezzare questo cortocircuito mediatico ed istituzionale, sabato, a Coccaglio, saranno decine le realtà politiche, sociali e sindacali che si ritroveranno per la manifestazione contro razzismo e sessimo “United colours of Christmas”. Il ritrovo è fissato per le ore 14.30 di fronte alla stazione ferroviaria della linea Brescia-Bergamo. L’appello della manifestazione, presente sul sito del c.s. “28 Maggio” (www.28maggio.org ), raccoglie giorno dopo giorno sempre più adesioni.
Sfruttando la marcia silenziosa, apolitica e composta organizzata a Rovato dagli amici della giovane coppia brutalmente aggredita nel fine settimana da un 24enne cittadino di origine marocchina (almeno duemila le persone in corteo), il gruppo ha deciso di passare direttamente alla violenza indiscriminata e squadrista. Almeno tre gli episodi registrati: il primo al bar “Mandarino” di corso Bonomelli, di proprietà di alcuni cittadini cinesi e punto di ritrovo di diverse comunità migranti. Dal fondo del corteo un petardo è esploso a pochi passi dalla porta del bar: in pochi istanti sui visi di una ventina di persone – praticamente tutte di fuori paese, dicono a Rovato – sono comparse sciarpe, cinghie, aste di bandiera e cappucci. La barista – italiana, per quel che vale – del bar è stata picchiata con un’asta al braccio. La donna. R.B., con l’aiuto degli avventori è comunque riuscita a chiudere la porta. «Sono stata un anno e mezzo senza lavoro – ha affermatola la barista – Un cittadino cinese me l’ha dato, mentre dagli italiani che manifestavano contro la violenza ho ricevuto botte».
Stesso copione per un operatore di una tv locale, buttato contro un furgone in sosta perché “sorpreso” a filmare il tentato assalto razzista. Organizzatori e gente comune in corteo hanno subito stigmatizzato l’accaduto, mentre qualcuno ha abbandonato addirittura la sfilata. La marcia comunque è poi ripartita, ma a pochi passi dalla conclusione in piazza Cavour, una nuova aggressione, stavolta ancora più grave: la stessa ventina si è staccata dal corteo e si è lanciata in una vera e propria caccia al migrante nei vicoli del vecchio Castello, un’area popolata da numerosi migranti di diverse nazionalità. Ad avere la peggio due fratelli di 35 e 36 anni, operai kosovari appena rientrati dal lavoro, aggrediti a calci e pugni mentre parcheggiavano la loro autovettura in vicolo Rose. Un petardo ha mandato i vetri dell’auto in frantumi, mentre i due sono stati costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Chiari. In tarda serata, infine, un’altra esplosione: una bomba carta non lontano dal centro sociale “28 Maggio 1974” di Rovato.
Completamente sorprese le forze dell’ordine: lontano da qualunque solleticazione poliziesca, va comunque registrato che qualche carabiniere di paese, una manciata di vigili e alcuni poliziotti in borghese non sono certamente lo schieramento che si è soliti vedere per un corteo di duemila persone e con una tensione così palpabile nell’aria. SuI fatti di Rovato sarebbero comunque in corso indagini della Digos e dei carabinieri, volte a individuare gli autori delle aggressioni squadristiche ed ad impedire azioni analoghe nel resto di una settimana che si preannuncia estremamente calda.
Sempre martedì sera decine di antirazzisti e migranti hanno presidiato il comune di Coccaglio, teatro della tristemente nota ordinanza xenofoba “White Christmas”. All’interno del consiglio comunale, presieduto dal sindaco leghista Franco Claretti, gli attivisti del Comitato Antirazzista dell’Ovest Bresciano hanno esposto uno striscione ironico: “Baldassare, Melchiorre e Gesù Bambino: anche il presepe è clandestino”. «Dopo i fatti di Rovato – hanno detto gli attivisti del Comitato durante la diretta di Radio Onda d’Urto – il clima è ancora più teso in tutto l’ovest bresciano: la destra soffia strumentalmente sulle paure della gente, fingendo di non vedere che la vera emergenza del territorio si chiama occupazione. I tanti migranti che i razzisti vari continuano a definire “ciondolanti per le strade dei nostri Comuni senza fare niente” si trovano in questa condizione perché le loro aziende li hanno licenziati, così come sta succedendo a tanti autoctoni».
Per spezzare questo cortocircuito mediatico ed istituzionale, sabato, a Coccaglio, saranno decine le realtà politiche, sociali e sindacali che si ritroveranno per la manifestazione contro razzismo e sessimo “United colours of Christmas”. Il ritrovo è fissato per le ore 14.30 di fronte alla stazione ferroviaria della linea Brescia-Bergamo. L’appello della manifestazione, presente sul sito del c.s. “28 Maggio” (www.28maggio.org ), raccoglie giorno dopo giorno sempre più adesioni.
PZ, redattore Radio Onda D’urto
Share this:
Ma porca vacca, questi stanno proprio fuori.
Il clima che si è generato in modo del tutto prevedibile, infatti, sotto sotto, secondo me, era addirittura auspicato quando si misero i soldati nelle strade. La creazione delle ronde ha addensato il clima, e questo cavolo di governo non dice niente di democratico