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APPELLO PER LA LIBERTA’ DI DISSENSO

Le recenti azioni di polizia, con i provvedimenti restrittivi nei confronti di ventidue persone, in gran parte studenti di collettivi universitari fiorentini, e la comunicazione delle indagini nei confronti di altre cinquantasei, suscita interrogativi e timori.
Si è voluto creare l’evento mediatico, con un annuncio a sensazione che lasciava intravedere preoccupanti scenari cospirativi che, alla luce di quanto contestato materialmente alle persone coinvolte, e fermo restando le necessarie valutazioni su singoli episodi, si sono rivelati di fatto inesistenti: alcuni sporadici fatti di scarsa rilevanza, in occasione di numerose manifestazioni, in particolare relative all’opposizione alla “riforma” Gelmini.
Troppo poco per non far pensare ad una precisa strategia di costruzione dell’allarme sociale, attorno alla immancabile figura degli “anarchici” – diventata poi una improbabile “area anarcoide studentesca” – secondo la fin troppo conosciuta pratica della criminalizzazione delle aree di dissenso e contestazione, per creare discredito e isolamento.
Assistiamo al continuo innalzamento del livello di contrasto repressivo, anche in presenza di episodi di minima entità. Secondo la ricostruzione riferita dalle forze dell’ordine, ogni manifestazione degli ultimi due anni è stata seguita e documentata, e sono stati contestati – ingigantendone la portata – tutti i comportamenti appena “sopra le righe”: una scritta sul muro, un sit in non preannunciato, un petardo, diventano episodi da collegare forzatamente in un disegno eversivo, con conseguente contestazione del reato associativo. Pur non aumentando il livello di conflittualità sociale, aumenta la pressione poliziesca e giudiziaria.
Per questo intendiamo esprimere pubblicamente la solidarietà nei confronti di quanti sono stati colpiti da questa operazione, e manifestare le nostre preoccupazioni in merito al restringimento degli spazi di agibilità politica per chi esprime opposizione e dissenso.
In una fase in cui c’è un violento attacco allo stato sociale, alla scuola pubblica, ai beni comuni, e in cui le conseguenze più pesanti della crisi economica vengono fatte ricadere sulle fasce più deboli della popolazione e sui giovani, aumentando a dismisura le disuguaglianze sociali e l’insicurezza per il futuro di intere generazioni, in cui si cancellano diritti di lavoratori e cittadini e si rimettono in discussione principi basilari dell’ordinamento democratico antifascista, riteniamo gravissimo che si tenda a comprimere lo spazio di azione politica e sociale di opposizione e di lotta, etichettando ogni dissenso come comportamento deviante e criminale.
Primi firmatari:

Vittorio Agnoletto, Forum Sociale Mondiale; Donatella Della Porta, Università europea Firenze; Alberto Ziparo, Università di Firenze; Ornella De Zordo, consigliera comunale Firenze; Tommaso Grassi, consigliere comunale Firenze; Sandro Targetti, consigliere comunale Campi Bisenzio; Lorenzo Guadagnucci, Verità e giustizia per Genova; John Gilbert, FLC CGIL; Cristiano Lucchi, giornalista; Moreno Biagioni; Edoardo Todaro, RSU COBAS Poste; Francesca Birini, RSU COBAS Poste; Tiziano Cardosi, NOTAV Firenze; Giuseppe Cazzato, RSU COBAS comune di Firenze; Alessandro Santoro, Comunità delle Piagge; Alessandro Nannini, RSU COBAS ATAF; Sara Nocentini, Anna Picciolini, Associazione per una Sinistra Unita e Plurale; Massimo Torelli, Associazione per una Sinistra Unita e Plurale; Francesca Riemma, RSU COBAS Poste; Alessandro Porcinai, RSU COBAS Publiacqua, Riccardo Torregiani, Rete Antirazzista Firenze, Italo Di Sabato, Osservatorio sulla Repressione
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