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Attivisti per il diritto all’abitare rischiano il processo per aver cantato la parodia di “Azzurro”

Lunedì udienza preliminare contro sei attivisti dei movimenti romani per il diritto all’abitare. «È un processo paradossale», afferma l’avvocato Francesco Romeo

Due anni fa hanno cantato una parodia della celebre canzone Azzurro di Adriano Celentano e adesso rischiano di andare a processo per istigazione a delinquere. Pena prevista: da uno a cinque anni. Sembrerebbe uno scherzo, invece è tutto vero. La surreale accusa è stata mossa contro sei attivisti dei movimenti romani per il diritto all’abitare.

I fatti risalgono a una manifestazione davanti alla Regione Lazio del 13 ottobre 2018. Nel capo di imputazione il pubblico ministero Erminio Amelio afferma che «mediante l’utilizzo di microfono e di adeguato sistema di amplificazione posto su un furgone in testa al corteo di manifestanti, incitavano i presenti alla commissione di delitti e segnatamente a violazioni di domicilio ed occupazioni abusive di edifici».

Questi i versi incriminati:

Cerco una casa tutto l’anno/

all’improvviso eccola qui/

La serratura dove sarà/

Dico che famo piano piano/

ma non c’è verso tocca sfondà/

frullino, piede di porco/

tutte le case andamo ad occupà/

Mi sono portata il letto ed il comodino/

A Roma ci stanno tante case sfitte/

occuperemo pure le loro soffitte

L’udienza preliminare in cui si deciderà se il processo si deve fare o no è prevista per lunedì. Tre degli accusati sono difesi dall’avvocata Simonetta Crisci. Altri tre dall’avvocato Francesco Romeo.

«È un processo paradossale – afferma l’avvocato Francesco RomeoAttraverso un residuato del Codice Rocco, l’articolo 414 del Codice penale, si vuole reprimere una libera manifestazione del pensiero in senso ironico. Questo è il dato di fatto. La Procura ha interpretato la norma in senso regressivo. La Corte costituzionale e tutte le sentenze successive sostengono invece che per l’istigazione a delinquere ci deve essere un nesso di immediatezza tra dichiarazione e commissione di reato. Per esempio Erri De Luca disse che bisognava “sabotare la Tav” ma poi fu assolto proprio perché mancava quel nesso di immediatezza».

Giansandro Merli

da il manifesto