Aversa (Ce): nell’Opg sei internati morti da inizio anno, tre si sono tolti la vita
Quello di mercoledi 6 giugno è il sesto decesso all’ospedale psichiatrico di Anversa. L’uomo di 39 anni era stato ricoverato per una sospetta setticemia. “Nel corso di quest’anno – denuncia Dario Stefano Dell’Aquila, portavoce di Antigone Campania – tre internati si sono tolti la vita suicidandosi, uno è morto per soffocamento e due sono morti per malattia”.
“A questo punto – prosegue – è evidente che quello di Aversa costituisce un caso di assoluta gravità per il quale chiediamo tanto all’amministrazione penitenziaria quanto al servizio sanitario regionale interventi immediati per garantire livelli essenziali di assistenza sanitaria” Al momento sono circa 300 gli internati.
Per il presidente della Commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale. Ignazio Marino, è stato “smarrito diritto alla salute”. “In strutture come gli ospedali psichiatrici giudiziari – sottolinea – gli internati non sono pazienti: manca tutto, la cura e l’assistenza sono state spazzate via dalla mancanza di risorse, a cui è seguito un inaccettabile degrado.
Questa è la verità che emerge ancora una volta oggi dopo il decesso di un internato ad Aversa”. Marino ha fatto sapere di aver chiesto ai carabinieri del Nas in servizio presso la Commissione d’inchiesta di ottenere al più presto la cartella clinica e tutta la documentazione utile a “identificare il livello di intensità di cure che sono state offerte al paziente internato sin dall’inizio della malattia”.
Marino ha ribadito poi la necessità di arrivare al superamento di queste strutture e ha annunciato per questo che la Commissione ha organizzato giovedì 9 giugno il primo convegno nazionale dedicato interamente a questo tema, che coinvolgerà operatori e direttori degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ex internati, i rappresentanti dei Dipartimenti di Salute Mentale, i magistrati di sorveglianza, alcune associazioni e comunità che operano sul territorio, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.
fonte: Redattore Sociale
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Oggi, e non domani o chissà quando, c’è bisogno di un’amnistia generalizzata che tracci un momento di cesura emblematico. Chiusura immediata degli OPG. Un’ amnistia che agisca in profondità, non un maquillage, con un’estensione ampia e generalizzata con pene edittali almeno sino agli otto anni. Un’amnistia non classista per chi non ha voce e mezzi per far valere le proprie ragioni. Uso ampio delle misure alternative e limitazioni severe all’uso indiscriminato della carcerazione preventiva…da lì in poi iniziare un nuovo ciclo di riforme e giustizia…giustizia non vendetta.