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Bologna: 9 condanne per lo sgombero di Làbas

Nove attivisti condannati per lo sgombero dell’ex caserma Masini, occupata dal collettivo Làbas, e sgomberata con la forza pubblica l’8 agosto 2017 insieme al laboratorio Crash

Il Tribunale di Bologna ha condannato in primo grado nove imputati,  per gli scontri a seguito dello sgombero dello spazio sociale Làbas. Gli imputati erano accusati nell’inchiesta del pm Antonello Gustapane a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, getto pericoloso di cose e violazione della legge 152 del ‘75 per aver cercato di non farsi identificare usando caschi, fazzoletti e occhiali scuri.

Il collegio presieduto dal giudice Pier Luigi Di Bari ha condannato sei persone a nove mesi per resistenza, un’altra ad un anno per resistenza e lesioni all’allora dirigente della Digos, un’altra ancora a un anno e due mesi per resistenza, lesioni ad un altro poliziotto, costituito parte civile nel procedimento, e per il travisamento. Un ultimo imputato, invece, è stato condannato, per il solo travisamento, a otto mesi e 800 euro di ammenda.

Per sei imputati sono poi state disposte la sospensione della pena e la non menzione sul casellario giudiziario, per tutti assoluzione da una parte delle accuse.

Lo sgombero di Làbas, centro sociale frequentato da famiglie e bambini e ben voluto dal quartiere Santo Stefano, aprì la strada a una manifestazione di più di 10mila persone che invase il centro e costrinse il Comune a trattare con gli attivisti e a concedere lo spazio di Vicolo Bolognetti, dove le attività di Làbas proseguono tuttora.

Spieghino queste condanne alle persone che ogni giorno vengono ad imparare gratuitamente la lingua alla scuola di italiano per migranti; a chi ogni giorno trova ristoro dopo una notte passata al freddo. Le condanne non rappresentano né un freno né un’intimidazione ma solo la consapevolezza che un mondo migliore si costruisce anche rischiando e mettendo i propri corpi a difesa di un’altra idea di città” — dichiarano gli attivisti di Làbas  che tramite i difensori Simone Sabattini ed Elia De Caro preannunciani appello alle condanne