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Bombardamenti della Turchia sul Rojava

Nuova ondata di bombardamenti turchi sui territori dell’Amministrazione Democratica Autonoma della Siria del nord e dell’est.

Da sabato 23 dicembre 2023, droni e aerei da guerra dell’esercito turco stanno prendendo di mira – come già accaduto lo scorso mese di ottobre e nel novembre 2022 – le infrastrutture civili. Dopo aver occupato negli scorsi anni alcune aree della Siria del nord-est insieme alle milizie jihadiste sue alleate (Afrin, Serekaniye, Gire Spi), da alcuni anni la strategia del regime turco a guida Akp-Mhp è colpire dall’alto.

Da un lato, l’esercito turco colpisce le avanguardie della rivoluzione confederale con attacchi quasi quotidiani su automobili o abitazioni effettuati con l’utilizzo di droni. Dall’altro, l’obiettivo di campagne di bombardamenti aerei estesi come quella in corso è quello di privare la popolazione civile di cibo, fonti energetiche e assistenza sanitaria per tentare di fiaccarla, indebolirne la resistenza e la fiducia nel processo rivoluzionario.

Nelle ultime 48 ore i bombardamenti si sono concentrati nelle aree di Qamishlo, Amude, Kobane e il distretto di Serawa nell’area di Afrin. Sono state colpite strutture medico-sanitarie, come il centro dialisi di Qamishlo (l’unico dell’area) e un piccolo ambulatorio a Kobane. Sempre a Qamishlo sono state colpite una tipografia, un’officina edile, una fabbrica tessile e la vecchia stazione ferroviaria. Più a ovest, ad Amude, presi di mira una sala per feste e matrimoni, una fabbrica per la lavorazione delle lenticchie e un oleificio. A Kobane sono state colpite un’officina meccanica e una fattoria. Nell’area di Cizire è stato colpito un impianto di produzione agricola. 9 persone sono state uccise dai bombardamenti, decine i feriti.

La società civile della Siria del nord-est ha già organizzato diverse manifestazioni nelle città colpite, per protestare contro gli attacchi delle forze di occupazione turche, e conferenze stampa nei luoghi colpiti dai raid, per mostrare i crimini di guerra del regime di Erdogan. Oggi i funerali delle persone rimaste uccise negli attacchi.

Gli attacchi sono stati particolarmente intensi nel giorno di Natale, per colpire durante le feste le comunità cristiane presenti in Siria del nord-est, ma anche per approfittare di un giorno in cui l’attenzione di una parte consistente dell’opinione pubblica e della politica mondiale è rivolta altrove.

Come ha dichiarato lo stesso governo turco, i bombardamenti sul Rojava di questi giorni sono una rappresaglia, in risposta a una serie di azioni della guerriglia del movimento di liberazione curdo sulle montagne del Basur (Kurdistan iracheno), nelle quali hanno perso la vita numerosi soldati di Ankara.

L’obiettivo della Turchia – e degli altri stati capitalisti dell’area – è quello di cancellare l’Amministrazione Democratica Autonoma della Siria del nord e dell’est, un processo rivoluzionario nel cuore del Medio oriente, fondato sui princìpi della democrazia radicale, dell’ecologia sociale, dell’autonomia delle donne e della convivenza pacifica tra i popoli. Un processo vivo, le cui istituzioni hanno annunciato proprio nelle scorse settimane la stesura di un nuovo contratto sociale per le popolazioni della regione che va ad aggiornare quello stipulato nel 2018 ( Qui potete leggere integralmente il nuovo contratto sociale tradotto in inglese)

L’Amministrazione autonoma e le Forze Democratiche Siriane (l’espressione militare della rivoluzione confederale) hanno chiamato tutta la popolazione alla resistenza contro l’occupazione turca: “contro tutti questi attacchi – si legge in un comunicato – il nostro popolo in Rojava e nella Siria settentrionale e orientale deve mostrare la sua reazione organizzata con la maturità dell’autodifesa al più alto livello. Il nostro popolo non deve permettere questi attacchi, deve proteggere le sue terre e la sua rivoluzione con azioni forti. Deve agire con questa consapevolezza. Deve unirsi alle Forze Democratiche Siriane e garantire la propria difesa senza aspettarsi protezione da nessuno”.

La corrispondenza di Radio Onda d’Urto con una compagna, dalla Siria del nord-est (Rojava). Ascolta o scarica.

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