Carcere: Sovraffollamento, a febbraio quasi diecimila detenuti in più
In alcuni penitenziari il sovraffolamento raggiunte il 120%
Continua inesorabilmente ad aumentare la presenza dei detenuti oltre la capienza regolamentare delle carceri. Il parametro di riferimento utilizzato è di 9 metri quadri a testa, ma, di fatto, i detenuti non solo non hanno a disposizione i sei metri quadrati stabiliti dal Comitato europeo sulla prevenzione della tortura, ma – visto alcune situazioni di carceri con il sovraffollamento al 120 percento – rientrano a mala pena nei 3 metri quadrati a testa di spazio vitale minimo stabilito dalla corte europea sui diritti umani. Anche perché, va aggiunta, la sottrazione dei posti disponibili di circa 5000 celle inagibili che, invece, vengono conteggiate nei dati messi a disposizione.
Resta il dato oggettivo che al 28 febbraio, secondo gli ultimi dati aggiornati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, risultano 60.348 detenuti. Un risultato che fa registrare la presenza di 9.826 detenuti in più. Al 31 gennaio, invece, se ne registravano, 9.575. Ancora prima, al 30 novembre se ne registravano 9. 419 in più. A settembre erano invece 8.653 i ristretti oltre i posti disponibili.
Una lettura sull’ evidente lento e progressivo sovraffollamento l’ha data il Garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma durante l’ultimo congresso del Partito radicale. «Se analizziamo l’aumento dei numeri – ha spiegato Palma -, non sono aumentati gli ingressi in carcere, ma sono drasticamente diminuite le uscite: cioè si entra in un mondo da cui non si esce». Il Garante ha fatto anche una seconda osservazione: «Attualmente ci sono circa 1800 persone in carcere che stanno scontando una pena inferiore ad un anno». Il sovraffollamento quindi è destinato ad aumentare nonostante che nel passato, grazie a diverse misure adottate dopo la sentenza Torreggiani, si sia ridimensionato. Comunque sia, il sovraffollamento è una piaga riconosciuta anche dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, da risolvere – secondo la linea di governo – attraverso la costruzione di nuove carceri. Soluzione non condivisa non solo dal garante nazionale dei detenuti, dalla Camera penale ma anche da Magistratura Democratica come riportato oggi da Il Dubbio.
Ma sul sovraffollamento sarà proprio Rita Bernardini del Partito radicale a parlarne di persona con il Guardasigilli, dopo avergli chiesto un incontro chiarificatore tramite una lettera. Proprio ieri, fa sapere l’esponente radicale, ha ricevuto una chiamata dal ministero per chiederle se preferiva una risposta scritta da Bonafede o un incontro. Bernardini vuole un incontro e le è stato promesso che sarà fissato entro i prossimi dieci giorni.
Rimane costante anche la presenza dei bambini dietro le sbarre. Sono 46 le mamme detenute che hanno un totale di 53 figli al seguito ( aumentato di una unità rispetto al mese precedente), una ventina dei quali sono in carcere, mentre il resto dei piccoli sono negli Istituti a custodia attenuata che rientrano, però, sempre dentro il perimetro penitenziario. La legge prevede l’innalzamento del limite di età dei bambini che possono vivere in carcere con le loro madri da tre a sei anni. La norma contempla la custodia in istituti a Custodia Attenuata per detenute Madri ( Icam) in sede esterna agli istituti penitenziari, con lo scopo di evitare a questi bambini un’infanzia dietro le sbarre. Ad oggi ce ne sono 5: Torino Lorusso e Cutugno, Milano San Vittore, Venezia Giudecca, Cagliari e Lauro ( in Campania). Ma ne funzionano 4, perché l’Icam di Cagliari è tuttora priva di ospiti. A Firenze doveva essere aperta da tempo un Icam, ma oggi l’appartamento è inutilizzato. Su questa ultima vicenda c’è una mozione presentata alla giunta regionale della toscana che potrebbe smuovere le acque su questa storia infinita dell’Istituto per madri detenute a Firenze. «Una storia – come denunciano don Vincenzo Russo, cappellano del carcere di Sollicciano e Massimo Lensi, Associazione Progetto Firenze – che ha preso il via nel gennaio 2010 con il protocollo d’intesa tra numerosi enti per la creazione dell’icam in uno stabile di proprietà dell’Opera della Madonnina del Grappa. Da allora altri documenti hanno visto la luce, senza arrivare però a una conclusione. Nel frattempo l’edificio in via Fanfani sta letteralmente cadendo a pezzi». Il ministro Bonafede ha comunque promesso che provvederà all’istituzione degli Icam in ogni regione.
Damiano Aliprandi
da il dubbio