Con la morte di Eraldo Di Magro, salgono a 100 i detenuti suicidi negli ultimi 18 mesi.
Il Piano carceri è in gestazione da almeno un anno e mezzo, prova ne è il titolo di questo articolo, apparso sul Corriere della Sera il 7 novembre 2008 “Alfano: al via Piano di edilizia carceraria studiato con Matteoli”. Ma è del gennaio 2009, 16 mesi fa, l’avvio ufficiale del Piano, sempre stando ai titoli dei quotidiani: “Ionta nominato Commissario Straordinario per l’Edilizia penitenziaria” (Italia Oggi, 23 gennaio 2009); “Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Piano carceri” (La Repubblica, 23 gennaio 2009).
Da un anno e mezzo a questa parte il ministro Alfano e altri esponenti governativi hanno annunciato più volte l’imminente avvio del “Piano”, indicandolo come “soluzione definitiva” al problema sempre più pressante del sovraffollamento carcerario. In 18 mesi il numero dei nuovi posti-detenuto (annunciati) da costruire è progressivamente aumentato, dai 17.000 ai “21.479” dichiarati ieri dal ministro della Giustizia. Nel contempo è lievitato anche l’ammontare degli stanziamenti necessari (annunciati), da 1-1,2 miliari di euro a 1,6 miliardi di euro. Finora nulla è stato speso e nessun nuovo posto-detenuto è stato creato.
Nel novembre 2008 nelle carceri italiane erano presenti 57.000 detenuti, cioè 10.500 meno di oggi, che equivalgono a un “mezzo piano carceri” già andato in fumo (assieme a 800 milioni di euro… investimento reso vano prima ancora di essere impiegato).
Ma in attesa dell’avvio per “Piano carceri” nelle sovraffollate, indecenti e invivibili carceri italiane si sono suicidati 100 detenuti (7 tra novembre e dicembre 2008, 72 nel 2009 e 21 nel 2010). Molti lo avranno fatto per sofferenze legate a vicende famigliari, a depressione, a fattori “imprevisti e imprevedibili”, ma almeno qualcuno è stato certamente spinto a togliersi la vita da condizioni detentive divenute insopportabili, tra affollamento e mancanza di personale penitenziario (sia del “trattamento che della sorveglianza). (fonte Osservatorio permanente sulle morti in carcere)