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Carceri sovraffollate, quasi 7000 reclusi in più

Le situazioni peggiori in Lazio e Campania

Confermato il trend del sovraffollamento nelle carceri. La conferma proviene dai dati aggiornati al 30 giugno messi a disposizione dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Su 50.241 posti regolamentari, risultano 56.919 detenuti. Ciò significa che abbiamo una eccedenza, rispetto alla capienza regolamentare, di ben 6678 detenuti. Altro dato, questa volta positivo, è l’aumento dei posti disponibili di 172 unità rispetto al mese precedente.

Ma evidentemente non è bastato e rimane il dato reale denunciato da tempo dall’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini ( da giorni ricoverata in ospedale a seguito di un infarto manifestatosi dopo la sospensione dello sciopero della fame di 25 giorni), confermato in seguito dal capo del Dap Santi Consolo durante un’intervista ai microfoni di Radio Carcere e ribadito dal rapporto annuale del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale Mauro Palma: ovvero l’alto numero di camere o sezioni fuori uso, per inagibilità o per lavori in corso, che alla data del 23 febbraio scorso erano pari al 9,5 per cento. Cioè parliamo di circa 4.700 posti non disponibili. Questo vuol dire che il dato reale del sovraffollamento potrebbe essere molto maggiore rispetto ai dati ufficiali. Nel frattempo dai dati pubblicati sul ministero della Giustizia si evince che nella sola regione del Lazio abbiamo un sovraffollamento di 1.008 detenuti. Il carcere di Regina Coeli è tra i più a rischio con 299 detenuti in più. A seguire Rebibbia con 252 detenuti oltre la capienza regolamentare e Viterbo con 187 detenuti in più. Ma ci sono anche Velletri (+ 161); Cassino (+ 94); Frosinone (+ 51); Civitavecchia (+ 86); Latina (+ 55) e Rieti (+ 70). La situazione più difficile per quanto riguarda il sovraffollamento si registra in Campania, più specificatamente nel carcere di Poggioreale con una presenza di 545 detenuti in più, a seguire c’è il carcere di Secondigliano con 318 detenuti in eccedenza. Un dato allarmante che potrebbe aggravarsi ad agosto, quando i magistrati di sorveglianza andranno in ferie e non potranno concedere eventuali misure alternative, vero antidoto al sovraffollamento.

Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, esprime preoccupazione. «La popolazione detenuta cresce a ritmi preoccupanti – spiega Gonnella -. Siamo quasi a 57 mila detenuti. Erano 2 mila detenuti in meno solo 8 mesi fa. Erano 5 mila in meno due anni e mezzo fa. Va ricordato che nel 2013 l’Italia, a causa del sovraffollamento, fu condannata dalla Corte europea per i diritti umani per violazione dell’articolo 3 che proibisce la tortura e i trattamenti inumani e degradanti». Il presidente di Antigone spiega che tra il 2010 e il 2013 sollevarono con i propri ricorsi la questione davanti ai giudici di Strasburgo e che c’è il rischio di ritornare, in pochi anni, a quei numeri che in pratica significavano maltrattamenti generalizzati.

Gonnella avverte che in quel caso, se necessario, non si tireranno indietro nel loro contenzioso.

Damiano Aliprandi da il dubbio

Ministero Giustizia: detenuti presenti e capienza regolamentare degli istituti penitenziari al 30 giugno 2017 (pdf)