Gli studenti e le studentesse, praticamente dall’avvio del nuovo anno scolastico, stanno assistendo ad una vera e propria militarizzazione degli istituti scolastici con, addirittura, irruzioni di agenti della polizia all’interno e lo stazionare di pattuglie nel cortile delle scuole.
Tutto ciò fa il paio con il moltiplicarsi degli agenti presenti all’interno degli edifici del Campus di Arcavacata. La prevenzione, ed il fantomatico decoro urbano tanto caro al ministro Minniti, sarebbero le motivazioni di questa presenza massiccia davanti a scuole e università. Quasi come se la presenza fosse deterrente non solo ai crimini, ma anche la prevenzione di essi. Peccato però che queste strategie di lombrosiana memoria non servono a nulla, se non addirittura a peggiorare le cose.
Si può, in questa città e nel resto del Paese, provare a ragionare almeno per una volta su quale il vero motivo che porta a ciò, anziché arrestare ragazzini e a trattarli come dei veri e propri criminali? Non ci pare che ci sia questo accanimento verso chi non dà respiro a questa città, come chi trama vere e proprie colate di cemento per i propri affari, né ci si preoccupa sul motivo perché si muore negli ospedali o sul perché il centro storico crolla giorno dopo giorno.
Cosenza resta la città delle apparenze: se diamo una pattuglia per ogni scuola vuol dire che stiamo garantendo la sicurezza, poco importa andare più in profondità, capire quale sia davvero il problema, porre fine alla marginalizzazione degli studenti e delle studentesse con problemi economici, sempre più messi in un angolino, a cui non si dà altra alternativa; poco importa se l’unica speranza per chi si laurea sulle colline di Arcavacata sono Garanzia Giovani e i call center della zona, pronti a succhiarti il futuro come un Dracula qualsiasi.
L’importante per lorsignori è la pattuglia davanti ai luoghi del sapere, non importa se ormai all’università si iscrive solo chi ha la possibilità economica per farlo, se studenti e ricercatori precari vengono manganellati inspiegabilmente durante la visita del ministro Minniti o se gli studenti medi sono obbligati a lavorare gratuitamente a causa dell’alternanza scuola-lavoro. Poco importa, ma non avevamo dubbi a riguardo, se gli edifici scolastici sono a rischio crollo, ben il 75% di questi in tutta la Calabria presentano criticità strutturali. L’importante è la pattuglia all’ingresso, così se la scuola crolla ci sono già i primi soccorsi.
Stefano Vento– Coordinatore Giovani Comunisti Cosenza