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Così si muore sulle navi quarantena. La storia del diciassettenne Abdallah Said

Le conclusioni cui sono giunti i consulenti tecnici dei magistrati nella perizia medico legale depositata alla procura di Siracusa nell’ambito dell’indagine sulla morte del minore di origini somale, Said, deceduto il 14 settembre del 2020 dopo essere stato trattenuto per quasi 10 giorni all’interno di una nave quarantena per migranti, gettano una altra ombra sulla gestione di questo tipo di misura che la stessa Ministra Lamorgese aveva dichiarato di voler fermare.

di Yasmine Accardo

ABDALLAH Said era un ragazzino di 17 anni che non sarebbe mai dovuto salire sulla nave quarantena Azzurra il 27 agosto del 2020.

Erano i primi mesi di attività delle navi a seguito dei Decreti legati all’emergenza COVID-19, migliaia di minori stranieri non accompagnati vennero “ospitati” per la quarantena necessaria sulle navi, contrariamente a tutte le norme in materia di diritti del minore. Solo molti mesi dopo, a seguito di una levata di scudi dei tutori e dei garanti per i minori e delle associazioni venne finalmente bloccato l’accesso a bordo dei MSNA.

ABDALLAH Said era affetto da una  Meningoencefalite ad eziologia tubercolare complicata da un grave quadro encefalico con idrocefalo.

Una patologia tanto grave, come sottolinea l’autopsia effettuata dai periti del tribunale del 30 agosto 2021, che avrebbe dovuto presentare segni prodromici del suo aggravamento anche sulla Nave Azzurra in fase di navigazione.

Said sulla nave era stato sottoposto a visita medica il 27 agosto e non presentava febbre o segni particolari, a quanto riportato dai medici a bordo, eppure era debole e disorientato il 3 settembre, quando presentava anoressia e i compagni di viaggio lamentavano con lo staff a bordo del peggioramento delle condizioni dell’amico, tanto da portarlo ad avere allucinazioni e a presentare incontinenza urinaria. IL 5 settembre, i medici di bordo si accorsero che necessitava di trasferimento in luogo idoneo. Solo il 7 settembre Said verrà tradotto al  P.O. Muscatello di Augusta. Va riportato che nei giorni antecedenti, Said non riusciva a bere e mangiare ed avrebbe quindi richiesto ospedalizzazione immediata per adeguata infusione di liquidi.

Si accenna che le difficoltà di comprendere la lingua di Said resero difficile comprendere la sua situazione clinica: BARRIERA LINGUISTICA. Le navi quarantena hanno mediatori a bordo di varie lingue, che ricevono regolare stipendio come da contratto; così come le altre figure presenti a bordo.

Perché la Croce Rossa non aveva un mediatore somalo a bordo, considerando il numero elevato di arrivi di questa nazionalità?

La questione legata alla barriera linguistica in nulla però giustifica il ritardo nel trasferimento all’ospedale ed evidenzia, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, la totale inadeguatezza della navi non solo ad accogliere ma anche a portare avanti “Il ruolo” determinato dalle norme ANTI Covid. Ancora oggi nonostante segnalazioni e  denunce le navi continuano a trasportare persone per la quarantena, a seguito delle proroghe ulteriori fino al 31 marzo 2022.

Said era minore affetto da gravissima patologia: per l’uno e l’altro motivo era nel posto sbagliato. Inoltre, la nomina del tutore, obbligatorio,era stata posta in ritardo. L’avvocata Antonia Borrello, tutrice, sarà lei stessa a chiedere approfondimenti sul caso relativamente all’accaduto il 16 settembre 2020

Dall’ospedale Muscatello Said verrà trasferito in urgenza  all’Ospedale Cannizzaro di Catania poiché la situazione si era fortemente aggravata, dove nonostante le cure adeguatamente poste , morirà il 14 settembre 2020.

Le indagini continueranno ad andare avanti e siamo certi che gli avvocati  Antonia Borrello e Giuseppe Carnabuci faranno del loro meglio per rendere giustizia a Said.

Said era in condizioni gravissime, i medici periti riportano che sarebbe probabilmente morto lo stesso, poiché fortemente debilitato dalle condizioni di vita antecedenti. Noi crediamo che l’ulteriore trattenimento su nave quarantena, dal 27 agosto al 5 settembre, ed il ritardo nel trasferimento in ospedale facciano parte delle cause che hanno condotto Said alla morte.

Said in quanto minore doveva essere accolto in struttura adeguata, con un mediatore adeguato e personale attento. L’Italia è stata dunque triplamente responsabile di: trattenimento di minore non accompagnato, imperizia nell’assistenza alla persona ed omissione di soccorso

Il sistema di accoglienza su navi ci continua a mostrare la scarsa attenzione alla persone, l’utilizzo di tali luoghi per lederne, ancora una volta, i diritti pacchi e non individui. Un tritacarne per respingere ed umiliare chi arriva, nell’invisibilità più assoluta. Un sistema killer, come ha mostrato anche la storia di Wissem Ben Abdel Latif (anch’egli passato sulle navi quarantena senza poter aver accesso al diritto di richiesta di protezione internazionale), morto legato ad un letto nel reparto psichiatrico del San Camillo a Roma il 28 novembre 2021.

A più riprese abbiamo denunciato il sovraffollamento delle navi quarantena e l’impossibilità, considerando lo staff presente, di monitorare le esigenze di ogni individuo, questo al costo di 3 milioni di euro al mese per nave.

Come Campagna LasciateCIEntrare e Rete Antirazzista Catanese continueremo a pretendere verità e giustizia per Said. Un morto di Stato, un’ altra vittima di crimini di pace e delle navi quarantena, delle quali richiediamo l’immediata abolizione.

da LasciateCIEntrare