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Egitto: È fondamentale la solidarietà per #FreeAlaa! Liberi tutti e tutte!

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Da pochi giorni è iniziata una campagna sui social network che chiede la scarcerazione di Alaa Abd el-Fattah, un compagno che sta scontando 5 anni di carcere (al momento sono passati tre anni e mezzo) per un corteo non autorizzato del 26 novembre 2013. All’epoca era stata appena approvata la legge terribile anti-protesta, pensata dai militari per vietare e reprimere ogni sorta di manifestazione pubblica di dissenso.

Quel giorno il collettivo NoMilTrials (No ai processi Militari sui Civili) aveva organizzato un presidio davanti al Parlamento, per chiedere la fine dei processi militari sui civili. La polizia decise di caricare. Moltissime compagne e compagni furono arrestati e messi dentro. Ad alcuni, come Alaa, vennero date delle aggravanti totalmente inventate. Le pene per tutti furono durissime, dai tre ai cinque anni ciascuno.  

Il prossimo 19 ottobre ci sarà l’appello di Alaa per la condanna che lo vede dentro (il prossimo 30 settembre ci sarà, invece, un’altra sentenza per un processo che lo vede accusato di offesa al sistema giudiziario in cui Alaa rischia fino a sei anni in un carcere di massima sicurezza).

C’è assoluto bisogno di porre l’attenzione su Alaa #FreeAlaa nelle prossime settimane. Sono le compagne e i compagni che ce lo chiedono.  

In Egitto internet è controllato, centinaia di siti sono bannati. La maggior parte di questi sono media alternativi e di opposizione.  

É fondamentale la solidarietà da fuori per fare pressione. Chi può organizzi presidi davanti le ambasciate, organizzi qualsiasi tipo di evento per sostenere Alaa e tuttx prigionierx, boicotti le aziende che fanno business con il regime.  

Nel 2013 Alaa scriveva in una lettera dal carcere:  

Sapete che odio chi dice: sei libero e il carcere non ti spezzerà. Ogni volta che vengo incarcerato una parte di me si spezza, come ogni persona arrestata ingiustamente c’è qualcosa dentro tutte e tutti noi che si spezza. Come quando una persona viene assassinata, tutte e tutti noi sanguiniamo. Di sicuro le persone più vicine alla persona assassinata sanguinano molto di più, ma tutte e tutti noi sanguiniamo e paghiamo il prezzo”.

Qui il link della campagna https://www.facebook.com/freealaa2013/

#FreeAlaa

Liberi tutte e tutti!

da Hurriya