Misure più severe anche per i profughi ai quali è stata respinta la richiesta di asilo
Di ufficiale non c’è ancora niente ma l’Unione europea si prepara a varare un nuovo giro di vite nei confronti dei migranti. Il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha convocato per oggi pomeriggio una riunione straordinaria proprio per parlare delle nuove misure da inserire nelle raccomandazioni agli Stati membri previste per domani. E se le anticipazioni circolate ieri saranno confermate non verrà solo chiesto ai governi di privare della libertà i migranti irregolari in attesa che vengano rimpatriati nei rispettivi paesi di origine, ma sono previste anche forti limitazioni per i cosiddetti spostamenti secondari dei rifugiati, che verranno obbligati a restare nel paese di primo sbarco anche una volta presentata la richiesta di asilo. A quanto sembra niente da fare, invece, per quanto riguarda un’eventuale procedura di infrazione per quei paesi che si sono rifiutati di accogliere quote di migranti. Sebbene l’ipotesi sia circolata, alla fine pare essere prevalsa ancora una volta la decisione di non fare nulla.
Per quanto si tratti solo di raccomandazioni, quindi niente altro che indicazioni per gli stati membri, la volontà espressa da Bruxelles non lascia dubbi. L’Unione europea vuole rendere più celeri e più certi i rimpatri degli irregolari, preoccupata soprattutto dalla tornata di elezioni che si susseguiranno a partire dal 15 marzo prossimo (prima Olanda, poi praticamente a ruota Francia e Germania). La via che la Commissione indica ai governi è quindi chiara: detenere gli irregolari procedendo così verso una modifica della direttiva sui rimpatri del 2008 che prevedeva il trattenimento solo come extrema ratio e in caso di pericolo di fuga. Un concetto, quest’ultimo, che adesso si vuole ampliare per consentire la detenzione.
Va detto che senza aspettare Bruxelles qualche governo si è già mosso da solo. Tra questi c’è l’Italia, che con il decreto immigrazione firmato dai ministri degli Interni e della Giustizia, Minniti e Orlando, e attualmente all’esame del parlamento, ha istituito i Centri per i rimpatri estendendo la possibilità di trattenere il migrante fino a 135 giorni (contro gli attuali 90). Il governo tedesco ha invece da poco varato un disegno di legge che rende più semplici le espulsioni dei richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta. Il testo prevede che siano rinchiusi in appositi centri fino a 10 giorni (ora sono 4), mentre l’obbligo del braccialetto è previsto per chi mente sulla propria identità o commette reati. Le autorità, infine, potranno accedere ai contenuti dei cellulari per accertare l’identità e il paese di provenienza del migrante.
Tutto questo in attesa che si arrivi alla riforma del regolamento di Dublino, le cui prime bozze continuano a penalizzare Italia e Grecia. La Commissione insiste proprio su questo punto prevedendo una restrizione sui movimenti secondari dei rifugiati e degli stessi minori non accompagnati.
In tutto questo nessuna sanzione, come detto, è stata decisa nei confronti di chi finora ha ignorato l’obbligo di accogliere quote di migranti da Grecia e Italia. La scorsa settimana una tabella della Commissione Ue metteva in evidenza come fino al 20 febbraio l’Ungheria – che secondo i piani dovrebbe accogliere 1.294 profughi entro settembre 2017 – non avesse messo a disposizione neanche un posto. Praticamente la stessa cosa hanno fatto gli altri tre paesi Visegrad: Polonia (100 posti sui 6.182 previsti, accolto ancora nessuno) repubblica Ceca (50 su 2.679, accolti 12 dalla Grecia) e Slovacchia (40 posti offerti su 886, accolti 16). Di sanzioni, però, per ora non se ne parla.
Carlo Lania da il manifesto