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Francia: Il Consiglio Costituzionale ha dato il via libera alla riforma delle pensioni

L’ordine regna in Macronia (salvo se ci sarà una nuova ondata di rivolta dura).Parlamento calpestato. Sindacati ignorati e umiliati. Manifestanti bastonati, gasati e persino mutilati. E il Consiglio costituzionale, andato a letto il 13 sera sotto la protezione dei gendarmi mobili e dei loro mezzi blindati, oggi 14 aprile 2023 ha immancabilmente soddisfatto l’attesa di Macron e del suo governo. Manifestazione spontanea davanti all’Hotel de ville e a piazza della Bastiglia la polizia carica

di Salvatore Palidda

Il Consiglio costituzionale ha convalidato venerdì 14 aprile l’essenza della riforma delle pensioni, compresa la sua misura faro di abbassare l’età pensionabile legale a 64 anni, respingendo solo alcune misure del progetto governativo come la creazione di un “indice senior” (“indice di anzianità” per i lavoratori sopra i 55 anni). Il Consiglio ha respinto ANCHE la richiesta di referendum di iniziativa popolare (RIP) presentata dalla sinistraResta ora una seconda istanza, depositata successivamente che dovrebbe essere oggetto di una nuova decisione di tale Consiglio il 3 maggio.

Si noti che nel sistema francese, imposto con una sorta di colpo di stato “pacifico” da De Gaulle, di fatto i referendum devono essere autorizzati da questo Consiglio che è composto da persone designate dal governo e dal Parlamento. L’attuale consiglio è composto da 9 persone tutte di destra o ex-sinistra cioè tutte d’accordo con Macron.

Secondo il Consiglio, “nessun requisito costituzionale è stato disatteso” dall’esecutivo, sia nel suo ricorso a un bilancio rettificativo della Previdenza Sociale per far passare la sua riforma, sia nella denunciata procedura del 49-3 all’Assemblea.

Il Consiglio ha riconosciuto che “l’uso combinato delle procedure attuate era insolito” ma “non ha avuto l’effetto di rendere incostituzionale la procedura legislativa”. Il Consiglio costituzionale ha precisato di avere il compito di verificare “il rispetto della Costituzione” e “non di decidere tutti i dibattiti che la riforma delle pensioni può sollevare”.

L’intersindicale ha subito comunicato di «prendere atti» della decisione del Consiglio costituzionale e rifiuta l’invito di Macron di riceverli martedì prossimo.

“Non si governa un paese contro il suo popolo”, ha affermato Sophie Binet (la nuova segretaria nazionale della CGT). La riforma delle pensioni “risulta ancora più violenta e brutale” dopo le decisioni del Consiglio costituzionale “Chiediamo al presidente di tornare alla saggezza”. Se non ritirerà il testo, non potrà riformare il Paese. In un comunicato, l’intersindacale annuncia che rifiuterà ogni incontro con l’esecutivo entro il 1° maggio se non ritirerà la sua riforma.

Sophie Binet auspica che Macron esca dalla “sua testardaggine”. L’intersindacale chiede quindi “uno storico Primo Maggio” oltre che “moltiplicare azioni e scioperi” per allora, “soprattutto giovedì prossimo”.

“Non c’è altra via d’uscita democratica” che organizzare “un grande referendum”, ha detto Sophie Binet.

E’ evidente che se non sarà concesso il referendum si apre inevitabilmente uno scontro che sarà sempre più radicale.

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