Un nuovo morto per mano della polizia. Curtis, 17 anni . Secondo la versione della BAC, sarebbe stato investito da un bus cercando di scappare da un controllo ad Antony, banlieue sud di Parigi. Ma, come d’abitudine in Francia, i testimoni danno una versione completamente diversa: il ragazzo sarebbe stato investito dall’auto della stessa BAC.
Per l’ennesima volta – dopo i casi di Adama, Theo, Shaoyo Liu – un omicidio da parte della polizia sembra essere coperto da poco credibili “versioni ufficiali”. A questo si aggiunge il silenzio totale dei media. La sfida Macron-Lepen ha monopolizzato il dibattito pubblico sulla base di un barrage anti Front National pur rifiutato da moltissimi giovani che guardano già oltre la falsa dicotomia fascismo-finanza. Dopo il corteo del 1 maggio, non una riga è stata scritta sugli oltre 150 feriti (tra cui molti gravi) in seguito all’uso di flashball e lacrimogeni ad altezza d’uomo e cariche, in un clima di violenza inedito anche nella Francia che proviene da un anno di mobilitazione.
Non ci sorprende allora l’ennesima aggressione da parte di una polizia sempre più legittimata alla violenza. Questo accade nel giorno della probabile elezione di Macron, che ha già promesso nuove riforme del lavoro e tagli allo stato sociale da portare avanti a colpi di decreti -e, con ogni probabilità, repressione-, grazie al terreno preparato dal governo socialista.
Ieri sera scontri sono scoppiati a Massy, nella banlieue sud di Parigi. Un nuovo presidio è stato oggi convocato per chiedere verità e giustizia.
#JusticePourCurtis
Relais transnazionale delle lotte
* Fonte: Relais transnazionale delle lotte
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da DinamoPress