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Genova. Settantuno denunce ai No Tav che contestarono Caselli

Continua la repressione contro i No Tav. Chi contesta Caselli non la deve passare liscia. Contestate accuse risibili, il vero problema è la “lesa maestà”. l’11 aprile nuova giornata di mobilitazione nazionale al fianco della Val di Susa.
Settantuno attivisti No Tav genovesi che nel febbraio scorso, a Genova, avevano contestato la presentazione del libro “Assalto alla giustizia” del procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, sono stati denunciati dalla Digos. I settantuno attivisti solidali con il movimento No Tav avevano protestato contro gli arresti di alcuni attivisti del movimento in Val di Susa disposti dalla magistratura torinese. Caselli era stato invitato a presentare il suo libro a Genova dal sindaco Marta Vincenzi. Durante la presentazione del libro, avvenuta a palazzo Tursi, sede del Comune, i manifestanti erano sfilati in corteo, si erano avuti alcuni tafferugli con la polizia e scritte sui muri. I denunciati dovranno rispondere di imbrattamenti, danneggiamenti, resistenza, manifestazione non preavvisata, insomma reati “gravissimi”. Ma il più grave è quello non scritto nelle denunce: “lesa maestà”.
I No Tav intanto si preparano ad affrontare la scadenza dell’11 aprile prossimo, quando in val di Susa riprenderanno gli espropri dei terreni per fare spazio ai cantieri della Tav e a centinaia di poliziotti in assetto di guerra. L’11 aprile sarà una data importante per il movimento No Tav. Per tutta la settimana in valle di Susa ci saranno iniziative, mobilitazioni e la possibilità per tutti di fermarsi al presidio di Venaus per riposare, confrontarsi e ripartire. Pensiamo che questa data sia importante anche e soprattutto per un percorso nazionale di allargamento di questo movimento, di queste istanze e di questa lotta. Come già è avvenuto nei mesi passati in ogni parte del paese comitati spontanei, realtà organizzate e singoli hanno dato luogo ad iniziative di sostegno alla valle di Susa. Questa è stata una cosa stupenda che ci ha dato forza e coraggio, per noi tutti, per Luca e per tutti i no tav che hanno subito le varie operazioni giudiziarie con arresti e provvedimenti di restrizione delle libertà. Pensiamo anche che questo sia solo un primo passo di un percorso più lungo e ampio che ci auguriamo riesca a diventare nelle pratiche e nella partecipazione sempre più partecipato e popolare.