Ricordando che in Italia esiste la “Pena di Morte Viva”, una pena che non finisce mai se al tuo posto in cella non ci metti un altro e che l’ergastolo ostativo ai benefici penitenziari è una pena di morte dove il boia è il tempo, dove sei ammazzato ogni secondo, minuto, ogni giorno, ogni anno che passa.
Ricordando che gli ergastolani sono le persone più “fortunate” della terra perché sono gli unici che guadagnano qualcosa dalla propria morte: la libertà e che la condanna di un uomo al carcere a vita equivale ad una riduzione in schiavitù.
Ricordando che i rivoluzionari francesi, con molta più umanità dei nostri politici attuali, nel loro codice penale del 28 settembre 1791 lasciarono la pena di morte ma abolirono l’ergastolo perché ritenuto aberrante e che l’ergastolo “normale” è una pena inutile, crudele e disumana, quello ostativo ai benefici è anche una tortura giuridica, ricattatoria, delinquenziale e criminale.
Ricordando che l’avvocato Giuliano Pisapia nell’elaborazione del nuovo progetto di riforma del codice penale a suo tempo aveva prospettato l’abolizione dell’ergastolo, dichiarando:
Abolire l’ergastolo sarebbe l’attuazione dell’articolo 27 della Costituzione secondo il quale le pene devono tendere alla rieducazione del condannato
gli ergastolani in lotta per la vita di Spoleto gli augurano buon lavoro.
Carcere Spoleto
Video sull’ergastolo ostativo, prodotto dagli ergastolani
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Mi auguro che questo velato appello giunga ad orecchie pronte ad ascoltare e non solo applaudito per mera formalità per poi finire nel dimenticatoio politico ( strapieno di ottime intenzioni pre-elettorali ) come l’accorato appello di Papa Wojtila per una clemenza nei confronti dei detenuti che è rimasto rinchiuso nelle aule di Montecitorio…