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Global Forum di Napoli: chiesti 3 anni di carcere per 9 no-global

Il pubblico ministero Paola Correra della 5° sezione del tribunale di Napoli ha chietro dai tre ai tre anni e mezzo per nove attivisti napoletani cui viene contestata l’accusa di “resistenza a pubblico ufficiale” al processo per gli scontri durante la manifestazione antiGlobal Forum del 17 marzo 2001. Accuse contro le quali i centri sociali annunciano una campagna di mobilitazione e di controinformazione per denunciare il carattere repressivo e persecutorio di questa inchiesta.
Alfonso De Vito, uno dei 9 imputati del processo e attivista dei centri sociali napoletani, ricorda quello che successe in piazza Municipio quel 17 marzo 2001 davanti alle telecamere di tutto il mondo: “di fronte a un corteo che si proponeva di arrivare in piazza del Plebiscito con strumenti solo difensivi (schermi e gomma) si scatenò una rappresaglia spropositata a ogni banale considerazione di ordine pubblico, con piazza Municipio chiusa totalmente e trasformata in una tonnara e tantissimi manifestanti massacrati senza pietà. Una prova generale, davanti agli occhi di tutti, di quello che avremmo visto poi al G8 di Genova”.
Francesco Caruso, ai tempi del global forum portavoce della rete noglobal e anch’egli imputato, afferma: “è davvero singolare ipotizzare che siano stati i manifestanti ad aver commesso un reato di resistenza nel tentativo di proteggersi in qualche modo da quella furia, mentre nessuno dei poliziotti e dei funzionari che parteciparono o ordinarono quelle cariche violente e selvagge è stato anche solo indagato! “Il sospetto – aggiunge l’ex parlamentare del PRC – è che noi imputati siamo vittima di un assurdo meccanismo “compensativo” di controbilanciamento delle condanne inflitte ai vertici della squadra mobile per le violenze all’interno della Caserma Raniero”.
La sentenza è attesa per il 28 aprile 2010. I centri sociali napoletani promuoveranno prima di quella data una mobilitazione pubblicacoinvolgendo associazioni e giuristi, con una mostra video-fotografica di quella giornata, per ricordare a tutti e tutte quello che è veramente successo e il vulnus contro il diritto al dissenso prodotto il 17 marzo 2001 dal Ministero degli Interni a Napoli.

Comunicato dei Centri Sociali Napoletani:

“Dai tre anni e mezzo ai tre anni… queste le incredibili richieste formulate dal pubblico ministero per nove attivisti napoletani cui viene contestata l’accusa di “resistenza” al processo di primo grado presso il tribunale di Napoli per la manifestazione antiGlobal Forum del 17 marzo 2001!!
Una richiesta spropositata perfino rispetto all’accusa e che solleva il più che legittimo sospetto che si tratti di un meccanismo “compensativo” dopo le condanne pervenute ai vertici della squadra mobile per le sevizie della Caserma Raniero. Ricordiamo che proprio un libro bianco della rete noglobal (“Zona Rossa”) portò alla luce le torture inflitte ai manifestanti nella caserma e spinse tante vittime a trovare il coraggio per costituirsi parte civile nel processo. Ma ricordiamo anche quello che successe nelle piazze davanti agli occhi del mondo con piazza Municipio chiusa totalmente e trasformata in una tonnara e tantissimi manifestanti massacrati senza pietà. Una prova generale di quello che avremmo visto poi al G8 di Genova. Tanto che gran parte della società civile della città reagì e si indigno in forme pubbliche manifestando la propria solidarietà alla rete noglobal.
In questo contesto è davvero singolare ipotizzare che siano stati invece i manifestanti ad aver commesso un reato di resistenza e non piuttosto ad aver cercato di proteggersi in qualche modo da quella furia, mentre nessuno dei poliziotti e dei funzionari che parteciparono o ordinarono quelle cariche pazzesche è stato anche solo indagato!!
Per questo, entro il 28 aprile, data della prossima udienza in cui spetterà agli avvocati difensori tenere le arringhe, organizzeremo un evento pubblico coinvolgendo associazioni e giuristi, con una mostra video-fotografica di quella giornata, per ricordare a tutti e tutte quello che è veramente successo e il vulnus contro il diritto al dissenso prodotto il 17 marzo 2001 dal Ministero dell’Interno.
La verità non si cancella! ”

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