Guerra in Ucraina: Bombardata Odessa. In Italia diventa operativo il warfighting
La guerra in Ucraina entra nella terza settimana con nuovi attacchi sia di terra che di mare. Bombe nella notte sulla seconda città più grande dell’Ucraina, Kharkiv, con due morti confermati e due edifici residenziali distrutti, riferisce il Guardian. Anche una scuola è stata attaccata intorno alle 3.00 del mattino, una parte dell’edificio è stata distrutta. Via mare invece bombardata la terza città Ucraina, Odessa, che è anche il principale porto del paese. Le navi russe presenti nel mar Nero hanno iniziato ad attaccare le coste vicino alla città di Odessa contro postazioni delle forze armate ucraine e infrastrutture militari. Per il momento non sono stati segnalati tentativi di sbarco di truppe.
Le sirene hanno suonato anche a Kiev, Leopoli, Dnipro e in altre città minori, mentre anche a Mariupol sotto assedio sono giunti attacchi dal mare di Azov. Sempre l’Ucraina lamenta che la Russia starebbe violando pesantemente il coprifuoco e sparando su convogli di autobus, insediamenti e punti di evacuazione e che non avrebbe ricevuto una conferma dalla Croce Rossa sull’apertura dei corridoi umanitari per oggi. La fornitura di energia al sito nucleare ucraino di Chernobyl invece sarebbe stata completamente ripristinata e viene fornita dalla Bielorussia. Lo annunciano le autorità della regione bielorussa di Gomel.
Questo nel giorno in cui riprendono nuovi negoziati in videoconferenza tra Ucraini e russi. Secondo il capo negoziatore russo ai colloqui con l’Ucraina, Vladimir Medinsky, Kiev sarebbe disponibile ad assumere uno status di “neutralità smilitarizzata, stile Austria o Svezia, con un proprio esercito”. “Sono in discussione tutta una serie di questioni relative alle dimensioni dell’esercito ucraino”, ha anche aggiunto, affermando comunque che “ci sono progressi su una serie di punti, ma non su tutti”. Ieri il Presidente Ucraino Zelensky è tornato sul tema dopo aver annunciato che il suo paese non potrà mai entrare nella Nato. Secondo lui i colloqui con la Russia “continuano e sembrano ora “più realistici”. Oggi il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha detto che “i negoziati con l’Ucraina non sono facili, ma c’è la possibilità di un compromesso”.
Il punto con Raffaele Crocco analista di atlanteguerre.it Ascolta o scarica
L’Ue ha adottato intanto il quarto pacchetto di sanzioni: vietate le transazioni con alcune imprese statali russe,restrizioni all’esportazione di beni e tecnologie per l’industria della difesa, sicurezza, energetica e beni di lusso. Arrivano intanto anche le prime controsanzioni di Mosca. Blocco di ingresso e congelamento di asset per una serie di personalità USA tra i quali Joe Biden e Blinken. la Clinton, il capo del pentagono Austin e consigliere della sicurezza Sullivan. Le sanzioni colpiscono anche il premier canadese Justin Trudeau.
Sul fronte internazionale la Cina afferma che non era a conoscenza dei piani della Russia di invasione dell’Ucraina: in caso contrario, “avrebbe fatto il possibile per fermarli”. Parole dell’ambasciatore cinese negli Usa Qin Gang, per il quale le affermazioni secondo cui la Cina fosse a conoscenza “sono pura disinformazione”.
Sono quasi due milioni i rifugiati ucraini che sono entrati in territorio polacco dall’inizio della guerra. Lo rende noto la polizia di frontiera di Varsavia in un tweet. Solo ieri il numero di profughi che hanno attraversato il confine ha raggiunto le 66 mila unità, in leggero calo ma che porta il totale a circa un milione e 900mila persone. Questa mattina sono già arrivate 13 mila persone, mentre in Italia a ieri erano circa 44mila, al 90% donne e minori.
WARFIGHTING
Lo Stato maggiore dell’Esercito Italiano ha intanto inviato una lettera ai comandi di vertice su personale, impiego e sistemi d’arma in vista delle evoluzioni sullo scacchiere internazionale, “a seguito dei noti eventi” e “con effetto immediato” dove si legge di “porre particolare attenzione nel valutare le domande di “congedo anticipato”, “in quanto in un momento caratterizzato dall’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, deve essere effettuato ogni possibile sforzo affinché le capacità pregiate possano essere disponibili”.
Nella circolare si precisa che “il personale in ferma prefissata dovrà alimentare prioritariamente i reparti che esprimono unità in prontezza nei prossimi due anni e che tutte le unità in prontezza devono essere alimentate al 100% con personale ready to move, senze vincoli di impiego operativo, anche ricorrendo all’istituto del ‘comando’. Tale linea d’azione rappresenta una priorità”. “Tutte le attività addestrative, anche quelle dei minori livelli ordinativi, dovranno essere orientate al warfighting. In merito, viene disposto il rinvio di tutte le esercitazioni che non siano specificamente indirizzate al mantenimento delle capacità operative rivolte alla prima e seconda missione. Ciascun reggimento di artiglieria deve essere addestrato a operare sia nel ruolo di supporto diretto che in quello di supporto generale”.
E ancora: “Si rende necessario valutare la possibilità di affiliazione addestrativa/operativa dei battaglioni delle trasmissioni alle Grandi Unità. Occorre garantire maggiore omogeneità delle forze che contribuiscono alla condotta di operazioni, evitando per quanto possibile il frazionamento delle unità. Devono porsi in essere le attività necessarie ad accelerare la disponibilità operativa del 52 reggimento artiglieria ‘Torino’, dando priorità alle batterie semoventi, anche utilizzando le potenzialità formative/addestrative dell’8 rgt.art.ter. Pasubio”. Quanto ai sistemi d’arma, la circolare del generale Pisciotta raccomanda di “provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri (con focus sulle piattaforme dotate di sistemi di autodifesa) e i sistemi d’arma dell’artiglieria”.
Sulla questione del warfighting, l’azione del movimento contro la guerra , le relazioni tra Unione Europea e Nato sentiamo l’intervista realizzata a Marco Bersani di Attac Italia dal CSO Corto Circuito di Roma nell’ambito del ciclo di incontri dal titolo “Dalla parte di chi? La strada per la pace”
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Nelle prime ore di martedì 15 marzo almeno tre esplosioni sono avvenute nel centro di Kiev con missili balistici. Secondo Kiev, avrebbero colpito alcune zone residenziali occidentali, facendo 2 morti, mentre è di 4 morti il bilancio di un bombardamento nella regione di Lugansk e 7 a Kharkiv, sempre con fonte ucraina.
Mosca torna invece ad accusare l’esercito ucraino per la strage di lunedì a Donetsk: almeno 26 le vittime. Sempre il Cremlino comunica di avere “preso l’intero territorio della regione di Kherson“, nell’Ucraina meridionale, uno dei capisaldi verso Odessa. Infine Dnipro, terza città del paese: qui è stato colpito duramente l’aeroporto.
Oggi intanto previsti 9 corridoi di evacuazione da Sumy, Donetsk, Kiev e Kharkiv, mentre sono ripresi i colloqui tra Mosca e Kiev, dove da stasera scatta un coprifuoco di 36 ore: Divieto di circolazione per la città senza permessi speciali. Si può uscire solo per raggiungere il rifugio.
Ancora da Kiev: in giornata sono attesi i premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, per incontrare Zelensky e “presentare un pacchetto di sostegno all’Ucraina”. A Roma invece incontro tra il consigliere Usa Sullivan e Draghi.
Capitolo economico. Il Consiglio Ue ha adottato il quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia: vietate tutte le transazioni con alcune imprese statali, previste restrizioni all’esportazione di beni e tecnologie per l’industria della difesa, per la sicurezza e per l’industria energetica. Stop all’export di beni di lusso. Confermata l’ipotesi di azioni per sospendere la Russia come ‘nazione favorite’ nel Wto.
Infine il capitolo profughi. Il numero di chi ha lasciato l’Ucraina in quasi tre settimane di aggressione militare russa sfiora i tre milioni. Secondo gli ultimi dati dell’Onu, dal 24 febbraio, un totale di 2.952.026 rifugiati hanno attraversato il confine ucraino per cercare rifugio all’estero. I dati indicano che oltre la stragrande maggioranza delle persone in fuga è giunta in Polonia (1,8 milioni di profughi), seguita dalla Romania (422.000) e dalla Moldavia (340.000). Tra i profughi, circa un milione e mezzo sono minori.
Uccisi anche tre giornalisti, mentre 35 sono rimasti feriti. Si tratta di Viktor Dudar, colpito durante i combattimenti vicino a Mykolayiv; del cameraman Yevhen Sakun ucciso in un attacco missilistico a Kiev e dello statunitense Brent Reno, ucciso a Irpin.
Dal confine tra Romania e Ucraina la corrispondenza con Daniele Napolitano, fotoreporter freelance: sua la fotografia a corredo di questo post. Ascolta o scarica
La nostra redazione si è recata in uno dei luoghi dove viene organizzata la prima accoglienza delle profughe e dei profughi dell’emergenza ucraina a Brescia, la parrocchia delle sante Capitanio e Gerosa (“Le do sante”) nel quartiere di San Polo, davanti alla Questura. Umberto della redazione descrive la situazione e intervista il parroco, don Domenico Fidanza. Ascolta o scarica
Corrispondenze e interviste a cura di Radio Onda d’Urto