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Il nuovo Garante dei detenuti è un agente penitenziario

Emma Marcegaglia a capo della Cgil, Luciano Tavaroli che diventa Garante della Privacy, Silvio Berlusconi nominato a sorpresa Presidente della Corte Costituzionale. Potremmo inventarci molte altre estrose combinazioni di ruoli e persone ma esse non potranno mai essere così succose come l’episodio che andremo a raccontare nelle prossime righe. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha nominato un funzionario di polizia penitenziaria quale nuovo garante comunale delle persone private della libertà. Non vorrei sbagliarmi, ma potrebbe essere uno dei primi casi al mondo, se non l’unico.
Nei giorni scorsi c’era capitato di sentire che in una regione del centro Italia un direttore carcerario sarebbe stato candidato a divenire anch’egli garante regionale dei detenuti. Avevamo espresso forti perplessità a riguardo. A noi sembrava una anomalia visto che i requisiti minimi di terzietà e indipendenza non sarebbero assicurati da chi ricopre funzioni di governo del sistema carcerario. La nomina di Alemanno, però, è andata oltre ogni immaginazione possibile.
Nei confronti dell’ispettore Vincenzo Lo Cascio, neo garante romano dei detenuti, non abbiamo in corso nessuna questione personale. La questione – come si diceva una vola – è politica. A dire il vero è anche culturale. Il sindaco Alemanno evidentemente non conosceva alcun professore, esperto in diritti umani, avvocato, giurista, politico autorevole o degno a cui affidare l’incarico. Evidentemente conosceva solo poliziotti.
Tutto ciò accade nella città dove si è consumato uno dei crimini più efferati mai visti in Italia ai danni di una persona privata della libertà personale (Stefano Cucchi). Proprio in questi giorni il partito di Alemanno – per volontà del premier in persona – sta presentando una proposta organica di riforma della giustizia. Punto centrale è la separazione delle carriere. Un pubblico ministero non deve mai fare il giudice e viceversa. A Roma invece un poliziotto penitenziario può fare il garante dei detenuti. Qui le carriere non solo non vengono separate ma sono addirittura fuse.
Patrizio Gonnella  da il manifesto