Imprigionare
Al carcere a vita
Delle persone innocenti
Non macchia le mani di sangue
Di chi giudica….
Sono stato un ergastolano , fine pena 9999 fino allo scorso anno , quando , dopo tormentate vicende e dieci anni di ricorsi , la Cassazione mi aveva dato la speranza. Io ergastolano per errore. Vi spiego.
Sono stato arrestato il 4.11.1982 nel Sud America nella città colombiana di Bogotà , dopo una manovra oscura fuori dalle regole da parte delle istituzioni italiane con le colombiane , mi sono ritrovato prima in Venezuela, e dopo estradato in Italia. Non avevo nessun avvocato che mi difendesse, chiedendo i miei diritti, non mi è stato permesso. Dal paese colombiano, sono stato trasportato con un aereo in Venezuela, perché la Colombia non aveva nessun trattato di estradizione con l’Italia, in quegli anni, dal Venezuela, fui estradato in Italia. Voglio precisare che io scappavo all’estero, perché volevo rifarmi una vita e una famiglia in santa pace, se fossi stato uno che viveva di espedienti illeciti e appartenevo ad organizzazioni criminali, sarei restato in Italia a delinquere. La mia vita era diventata un inferno, non potevo più dedicarmi al mio lavoro, per ogni fatto criminale che succedeva in Toscana , i giudici della procura di Firenze mi traevano in arresto e mi dicevano difenditi. Mi hanno fatto consumare un patrimonio col pagare gli avvocati , perché ero un lavoratore , e non potendo svolgere il mio lavoro perché in carcere , il mio patrimonio costato tanti sacrifici ai miei genitori , a tutta la mia famiglia , con gli di processi si è esaurito. Ho fatto anni di galera preventiva , da innocente , quando ero incensurato. La prima volta che sono stato arrestato , il 5.3.1975 : sono stato assolto dalle accuse e scarcerato il 17.12.1975 , perché nel momento della rapina che mi indiziavano , ero in comune a Prato che denunciavo che mi era nata la prima figlia , che poi è diventata l’unica , perché non ho avuto la possibilità di vivere la mia vita da libero. Quando sono uscito di prigione mi sono separato da mia moglie , e dopo abbiamo divorziato , perché , non ci siamo più ritrovati , la mia brutta esperienza ci aveva cambiati.
La seconda volta che sono stato arrestato dal 4.5.1977 al 20.7.1979 , sempre indiziato di rapina. Voglio precisare che mi hanno arrestato sempre mentre svolgevo il mio lavoro , anche la seconda volta , mi arrestarono una mattina all’alba mentre mungevo il mio gregge di pecore , non ero a fare rapine , non vivevo d’illegalità , ma del mio lavoro. Mi alzavo alle 3 di mattina per mungere il mio gregge. Il mandato di cattura applicatomi anche quella volta era sempre dagli stessi giudici della Procura di Firenze. Sono stato in attesa di giudizio 2 anni , 2 mesi e 16 giorni. Al processo sono stato condannato a 2 anni e 4 mesi , residuo pena 1 mese e 14 giorni , uscii al processo in scadenza dei termini , per un mese e 14 giorni. Durante i due anni in attesa di giudizio sotto mia richiesta , mi avevano rifiutato più volte la scadenza dei termini , anche se giuridicamente mi aspettava , i giudici si avvaloravano delle aggravanti motivandomi il rifiuto , dicevano: che , il reati che mi attribuivano , rapina a mano armata , portava 25 anni di condanna. Cosi passava il tempo , e lontano dal mio lavoro , la mia vita sprofondava sempre più nell’abbisso. Voglio far presente , che ancora oggi non conosco le località dove sono successi i fatti criminosi , perché , non c’erano scritte nei mandati di accusa di allora , e ancora oggi restano un mistero , non sono documentati in nessun documento da me richiesto nell’ufficio matricola del carcere , ufficio per lo sviluppo e la gestione del sistema informativo del diritto del detenuto. Per non esserci equivoci voglio far presente che non ero uno che viveva di espedienti , il mio lavoro era l’allevatore contadino , nella mia azienda allevavo cavalli , mucche da latte e da carne , pecore e capre , ero talmente impegnato nel mio lavoro che conoscevo fino a 20 anni , solo la città dove abitavo io , Prato. La prima volta che sono stato a Firenze , e , quando sono andato a fare la visita di leva , che dopo il Car nell’ottantesimo fanteria a Orvieto , ho finito di fare il militare nella sanità a Roma , in Via San Giovanni Laterano , al Celio ospedale militare.
Dopo il mio arrivo in manette , dall’America latina nel 1982 , sono stato processato e condannato a 27 anni il 14.10.1986 dalla Corte d’appello di Firenze. Sentenza definitiva in data 16.06.1987 , per sequestro di persona a scopo di estorsione. Faccio presente che quando le istituzioni sono venute ad arrestarmi in Colombia ero ricercato per 1 mese e 14 giorni di galera da espiare , da questi comportamenti da parte della Procura di Firenze , si può valutare il pregiudizio razziale che si era tramutato in odio nei miei confronti.
Nel 1996 dopo aver scontato 14 anni di galera , ai quali venivano aggiunti 3 anni di liberazione anticipata , e 6 mesi di amnistia del 1988 , e uno di condono nel 1990 , sommati fanno 18 anni e mezzo di galera scontati , nel carcere di massima sicurezza di Fossombrone. Mi viene concessa la semilibertà che dopo due anni di lavoro all’esterno , rompo , non rientro al carcere di Siena dove uscivo la mattina e tornavo la sera dopo il giorno di lavoro all’esterno.
Il motivo della mia fuga : perché continuavano a tormentarmi le istituzioni , per fatti criminali che erano successi in passato , in Toscana , come se fossi informato di quello che faceva la gente che non conoscevo . Ero super controllato nella semi-libertà , andavo al lavoro dalla mattina all’ora stabilita e tornavo la sera in cella. I carabinieri venivano a controllarmi sul luogo del lavoro anche tre volte al giorno , se non mi trovavano sul lavoro , mi sarebbe stato sospesa immediatamente la semilibertà , non potevo muovermi durante la giornata dal luogo di lavoro , e non potevo frequentare persone pregiudicate.
Nel 1996 , scappo all’estero.
Nel 1998 vengo arrestato in Australia all’ aereoporto di Sydney , dopo 2 anni di detenzione in quello Stato venni estradato in Italia per espiare il residuo di pena , di 8 anni di reclusione.
Il 2001 la Terza Corte d’Assise di Roma , mi processa , per il sequestro a scopo di estorsione di Giuseppe Soffiantini e mi condanna , a 28 anni e 6 mesi di reclusione.
La procura di roma somma : 14.10.1986 Corte di Appello di Firenze (riportato al n.3) condanna a 27 anni.
E il 03.05.2002 Corte di Assise d’Appello di Roma (riportato al n.3) a 28 anni e sei mesi. Nel 2005 la procura cumula le due pene portandole a 30 anni di reclusione , ossia la massima pena consentita nel nostro codice penale (art.78) in caso di concorso di più pene temporanee.
Nello stesso processo di Giuseppe Soffiantini , stessi accusatori da parte delle istituzioni , mi sono processano dell’omicidio dell’Ispettore dei NOCS Samuele Donatoni.
La Quarta Corte d’Assise di Roma che mi processa per l’omicidio dopo la separazione dei reati.
Il 14.12.2005 , mi assolve per non aver commesso il fatto. Confermata l’assoluzione in appello il 16.11.2007 e l’8.10.2008 in Cassazione.
Nel 2006 dopo che sono stato assolto in primo grado il 14.12.2005 per l’omicidio dell’ispettore dei NOCS Samuele Donatoni , in attesa d’appello , senza che nessun fatto nuovo sopravvenga , la Procura di Roma sostituisce i provvedimenti di pena a 30 anni applicandomi la pena dell’ERGASTOLO laddove debbano infliggersi per due delitti , due pene superiori , a 24 anni di reclusione ( anche se per quei reati singolarmente presi non è previsto l’ERGASTOLO),
Nel mio caso , Procura e Tribunali sbagliavano poiché (…) le pene che potevano cumularsi erano : 28 anni e 6 mesi ( inflitti nel 2001) e il residuo pena di 8 anni (non l’intera pena di 27 anni) della precedente condanna per la quale era stata chiesta e ottenuta l’estradizione dall’Australia. Di conseguenza non si poteva più parlare di due pene superiori a 24 anni di reclusione. Nei vari ricorsi di fatti è stato sostenuto questo errore , oltre alla circostanza che nello stato dell’Australia non esistesse il meccanismo previsto in Italia dell’art. 73 cp (24+24= ergasotolo) e quindi se i giudici australiani avessero saputo di tal previsione non avrebbero mai concesso l’estradizione . Lo stato italiano si è visto obbligato a rispettare i patti (sull’estradizione con gli altri Stati) , e solo dopo diversi ricorsi in Cassazione la Corte di Assise di Roma , ha dovuto riconoscere l’errore , non sono più un ERGASTOLANO.
Dopo 35 anni di carcere , quella sentenza mi aveva fatto sperare che il mio futuro potesse essere meno crudele di come è stata la mia vita fino ad oggi…
Ma il tempo per me sarà ancora più crudele. Altra sentenza della Cassazione stabilisce che debba stare in carcere fino al 10 dicembre 2023. Ha definito inammissibile la mia richiesta di iniziare l’espiare dei 30 anni da quel 1982 quando venni arrestato in Colombia. Insomma i 18 anni e mezzo passati da recluso nel carcere speciale di Fossombrone sarebbero “nulla”. E il conto è presto fatto : ne sto espiando 30 + 18 e mezzo + altri 3 di condono nel 2006 che erano stati già dati… insomma starei scontando 50 anni e più spiccioli.
Dal 30.01.2009 sono nel carcere di Catanzaro dove è difficile per i miei parenti venirmi a trovare…
E ancora sono in una sezione di alta sicurezza AS1. Quale pericolosità mi si imputi non so , dopo anni trascorsi a riflettere , studiare , leggere. Quali collegamenti con chi , se tra galera e gli anni all’estero ho passato tutta la mia vita lontano dall’Italia , fuori da queste mura io non conosco nessuno.
Mi sento ostaggio di norme emergenziali in base alle quali nel 1992 (ero in carcere già da 14 anni) vengo all’improvviso chiuso nell’isolamento del 41 bis . Mi veniva applicata la massima sicurezza dopo la morte dei giudici Falcone e Borsellino . Eppure non faccio parte né ho mai fatto parte di alcuna associazione mafiosa , sono di origine Sarda , non ho ucciso nessuno.
È giustizia questa? Da parte mia mi sento di subire una grande ingiustizia. Utile a cosa? Mi sento carcerato innocente , ma mi vergogno di parlare con le persone della mia innocenza. Penso spesso alle sofferenze che in tutti questi anni ho inflitto ai miei familiari. Ma da carcerato innocente continuerò a percorrere il mio cammino giorno dopo giorno , come sto facendo da anni , anche se la strada è sempre in salita.
Quest’ultima pronuncia della cassazione ancora mi ributta indietro e mi ferisce nel profondo. Penso che ledere il diritto di sperare nella vita libera a un proprio simile sia uno dei più gravi PECCATI CONTRO L’UMANITà CHE L’UOMO POSSA FARE.
Ma io voglio tenerla viva una briciola di speranza. La speranza che mi permette di uscire dall’inferno dell’alta sicurezza , che mi sia permesso almeno di andare in un carcere Toscano , vicino alle mie sorelle , che si apra per me la possibilità di poterle incontrare al colloquio , sono 20 anni che non le vedo. Mi piacerebbe confrontarmi di nuovo col mondo fuori…
GIOVANNI FARINA
lettera inviata all’associazione Yairaiha Onlus