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Jewish Voice For Peace blocca per due ore la Borsa di New York

La Borsa di New York bloccata per due ore da attivisti pro-Palestina contro la vendita di armi a Israele. Oltre duecento arresti.

di Gianni Sartori

Il 14 ottobre oltre 500 attivisti di Jewish Voice For Peace (Voci ebraiche per la pace) hanno “preso d’assalto” (per lo meno simbolicamente) la Borsa di New-York nei pressi di Wall Street, zona sud di Manhattan. Abbattendo alcune transenne (in Broad Street) e incatenandosi a una cancellata all’entrata dell’edificio. Anche se nessun manifestante è riuscito a entrarvi, per oltre due ore l’ingresso della Borsa è rimasto bloccato. La protesta si è conclusa con l’arresto di 206 manifestanti.

Una atto altamente simbolico per protestare contro le operazioni militari di Israele contro i civili e soprattutto per fermare la fornitura di armamenti.

Tra i maggiori responsabili della vendita di armi a Israele, la protesta aveva individuato soprattutto RTX (Raytheon Technologies Corporation, multinazionale del Massachusetts specializzata in missili, droni, avionica, cybersecurity, motori aeronautici…) e Lockheed Martin (azienda statunitense con sede nel Maryland che opera principalmente nel settore aerospaziale; considerata la maggiore a livello mondiale nel settore della Difesa).

Tra gli slogan lanciati: “Lasciate che Gaza possa vivere”, “Smettetela di finanziare il genocidio”, “Embargo immediato sulle armi”, “Tutto questo mai più, deve valere per tutto il mondo”, “La Palestina sarà libera”.

Oltre al controverso “Dal fiume al mare”(From the river to the sea), di questi tempi generalmente attribuito solo ai palestinesi (sottintendo che vorrebbero eliminare completamente Israele e i suoi cittadini).

Senza voler entrare troppo nel merito, mi sembra che in diverse occasioni sia stato utilizzato anche dagli Israeliani. Vedi la stessa bandiera, ufficialmente ispirata al disegno del tallìt (scialle di preghiera), ma con qualche legittimo dubbio sulle due strisce blu sopra e sotto la Stella di David. Magari non raffigureranno il Nilo e l’Eufrate (come sosteneva qualche diffidente), ma almeno – azzardo – il Giordano e il mar Mediterraneo. Del resto lo ritroviamo nel concetto espresso dal Likud di Eretz Israel (estesa appunto dal fiume Giordano al mar Mediterraneo, Cisgiordania compresa).

Per cui le “brutte intenzioni” sembrano per lo meno reciproche.

Alla manifestazione filo-palestinese si è contrapposta quella (meno numerosa) di alcuni filo-israeliani (e anche fra questi ci sarebbe stato qualche arresto).

Per ora la Borsa sembra non aver commentato, mentre Jewish Voice For Peace ha rivendicato l’azione con questa parole “Centinaia di ebrei e di simpatizzanti hanno bloccato la Borsa di New York esigendo che gli Stati Uniti smettano di armare Israele e di trarre profitto da un genocidio”.

 

 

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