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La nave “Diciotti” arriva a Catania, ma Salvini blocca lo sbarco

La nave Diciotti attracca al porto di Catania, ma non scenderà nessuno. Ancora non sbloccata la situazione critica dopo cinque giorni di permanenza forzata dei 177 migranti salvati al bordo della nave della marina militare. Prima l’annuncio del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli preannunciando lo sbarco dei migranti a Catania, poi nel giro di qualche minuto la smentita del ministro dell’Interno Matteo Salvini precisando che non ha dato né darà alcuna autorizzazione, finchè non avrà certezza che i 177 migranti saranno ospitati da altri Paesi europei. Una situazione senza precedenti perché corpi dello Stato entrano in contraddizione e addirittura in conflitto visto che parliamo di una nave della marina italiana bloccata dal governo stesso.

Ieri mattina si è attivato il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà sul caso di rilevanza umanitaria informando le alte cariche dello Stato con le sue valutazioni sul caso. L’intervento del Garante deriva dal fatto che in base al proprio mandato esso è chiamato a vigilare anche su possibili privazioni de facto della libertà e il caso della nave Diciotti sembrerebbe avere una configurazione di questo tipo, vista l’apparente prolungata assenza di indicazioni di sbarco.

Sulla nave Diciotti si trovano i migranti che si erano avvicinati alle coste maltesi ma che, la notte del 14 agosto, il governo di Malta aveva deciso di non soccorrere. Il barcone aveva lasciato la zona Sar ( acronimo del termine inglese search and rescue, “ricerca e salvataggio”) maltese e si era avvicinato alle coste italiane, dove la nave della Guardia costiera italiana aveva soccorso i migranti. Sulla Diciotti erano passati 190 migranti mentre 13 di loro, a causa delle loro condizioni di salute, erano stati portati nel poliambulatorio di Lampedusa. Tra le 190 persone soccorse dalla Guardia costiera c’erano 3 bambini affetti da scabbia, una donna incinta che ha avuto un aborto spontaneo e un uomo affetto da linfedema, mentre un altro presentava forti dolori addominali. Il caso ha de- terminato una situazione molto tesa tra il governo italiano e quello maltese.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini e quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli hanno accusato Malta di avere spinto la barca di migranti verso le acque territoriali italiane, quindi in una zona dove l’Italia ha la responsabilità dei soccorsi. Ma c’è stata anche una sottile tensione tra il governo italiano e la marina militare visto che il Viminale ha negato in tutti questi giorni l’attracco nel porto italiano, tanto da far innervosire il primo luogotenente Antonello Ciavarelli, delegato del Consiglio Centrale della Rappresentanza Militare ( Cocer) della Guardia costiera italiana, il quale ha detto – in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera – che è «incomprensibile» e «imbarazzante» che il governo neghi l’ormeggio in Italia di una nave militare italiana.

Nella sua intervista, Ciavarelli ha commentato soprattutto gli sviluppi degli ultimi giorni, per esempio le affermazioni di domenica del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha detto che il governo non autorizzerà l’attracco della Diciotti in un porto italiano finché gli altri paesi dell’Unione Europea non si impegneranno ad accogliere parte dei migranti che si trovano a bordo. Salvini aveva minacciato che, in caso contrario, la Diciotti potrebbe riportare i migranti in Libia, da dove sono partiti: è una cosa che l’Italia ovviamente non può fare, e per la quale è già stata condannata da un tribunale europeo, perché equivarrebbe a un respingimento, a non garantire la possibilità ai migranti di chiedere protezione internazionale, e perché sarebbe una violazione del concetto di “porto sicuro” e in Libia vengono compiute sistematiche violazioni dei diritti umani sui migranti.

Quello della Diciotti è l’ultimo di una serie di “casi senza precedenti” che si stanno verificando da settimane nel Mediterraneo, da quando cioè il governo legastellato ha cambiato le politiche relative al soccorso di migranti in mare. Nel frattempo la Procura di Agrigento – tramite una nota del procuratore Luigi Patronaggio – ha aperto un’inchiesta volta a conoscere il tentativo di ingresso di 190 immigrati extracomunitari avvenuto il 16 agosto al largo dell’isola di Lampedusa, tratti in salvo dalla motonave Diciotti. L’indagine, affidata alla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle e alla Squadra Mobile di Agrigento, oltre ad individuare scafisti e soggetti dediti al favoreggiamento della immigrazione clandestina, ha lo scopo di conoscere le condizioni dei 177 migranti superstiti che sono rimasti a bordo. Siamo a sei giorni di prolungata assenza di sbarco.

Nei giorni scorsi, a 42 ore di sosta al largo di Lampedusa, il Garante Nazionale aveva inviato una lettera alle istituzioni competenti dove precisava di agire in via preventiva a protezione delle persone in situazione di possibile privazione della libertà, nonché di coloro che hanno operato e operano per il loro soccorso, ma anche a tutela del Paese, che potrebbe essere chiamato a rispondere in sedi internazionali per eventuali comportamenti omissivi.

Damiano Aliprandi

da il dubbio