Anche la polizia Usa ha deciso di “celebrare” l’anniversario dell’uccisione di un giovane nero a Ferguson, esattamente un anno fa, che diede vita a una lunga serie di manifestazioni, scontri, arresti e dibattiti pubblici sul persistente razzismo che anima i poliziotti yankee, specie negli stati del Sud.
Solo che la polizia ha un modo di celebrare tutto suo. E così un agente ha preso la pistola uccidendo Mansur Ball-Bey, di 18 anni nero di St.Louis, in Missouri, pochi chilometri da Ferguson. Stando alle prime ricostruzioni, gli agenti di polizia si apprestavano a perquisire un’abitazione quando due uomini si sono dati alla fuga da un ingresso posteriore. Ed è nel tentativo di fermarli, rincorrendoli, che ha avuto luogo la sparatoria risultata fatale. Naturalmente i poliziotti sostengono che i due giovani, fuggendo, avrebbero sparato e loro soltanto “risposto” al fuoco.
L’altro giovane, un coetaneo afroamericano, è ancora in fuga. Mentre nell’abitazione sono state trovate tre pistole (ricordiamo che negli Usa le armi da fuoco sono in libera vendita, quindi è assolutamente “legale” tenerle in casa; a meno che tu non sia un nero) e delle dosi di crack, fa sapere ancora la polizia.
Gli agenti protagonisti della sparatoria erano tutti bianchi, di età compresa tra i 33 e il 29 anni, tutti abbastanza esperti.
L’episodio ha avuto luogo proprio mente si radunava in strada una piccola folla per commemorare la morte di Kajieme Powell, un 25enne ucciso da un poliziotto il 19 agosto dello scorso anno, dieci giorni dopo la morte di Michael Brown a Ferguson, che è un sobborgo di St.Louis: episodio che ha dato il via a un’ondata di proteste.
La folla si è quindi diretta verso il luogo della sparatoria, dando vita ad una manifestazione tuttora in corso. La polizia ha fatto sapere che tre persone sono state arrestate, mentre secondo testimoni il numero degli arresti sarebbe superiore.
da contropiano