La tragica storia di Federico Aldrovandi sta assumendo dei toni grotteschi che nascondono Forse qualcosa di peggio dell’ingiustizia. La madre del ragazzo ucciso nella vicenda che tutti conosciamo, dopo aver patito la perdita di un figlio, ogni si vede imputata di diffamazione per aver criticato l’operato di una pm.
Il magistrato che ha querelato Patrizia Moretti perde di vista il senso dello stato di diritto.
Leonardo Sciase ha scritto che ogni piramide di iniquità si fonda su tanta brava gente che fa coscienziosamente il proprio dovere.
Questa svolta della vicenda Aldrovandi sembra ritracciare alla perfezione la riflessione dello scrittore siciliano. Se c’è un modo per disperdere ogni fiducia nello Stato, è proprio questo. Usare le sue leggi ciecamente, passando sopra alle persone come carrarmati.
Proviamo a immaginare che Patrìzia Moretti venga riconosciuta colpevole dal tribunale di Mantova. Sarebbe la sua condanna una vittoria per la giustizia? E cosa resterebbe nelle coscienze degli italiani di tutta questa vicenda? Un risentimento profondo per le istituzioni, la certezza che non è in un tribunale che si può ricevere riparazione di un torto, anzi la paura di venire un giorno stretti nelle spire della bestia giudiziaria che a proprio arbitrio stritola, trovando sempre la legge che le conviene.
Da una sentenza simile gli italiani concluderebbero che lo Stato può ammazzarci un figlio e poi metterci alla gogna perché ci siamo lamentati. Non è proprio di questo che abbiamo bisogno per sentirci una società coesa, dove le libertà del singolo sono tutelate da regole certe.
Il pm che si accanisce contro la madre di Aldrovandi, ha forse il senso dello Stato è delle sue funzioni, ma ha certamente perso il senso dell’umanità. E cosa resta a un magistrato se perde il senso dell’umanità?
Non può essere umanamente considerato un reato insultare l’istituzione che non e in grado di difenderci dal sopruso.
E’ invece un segnale d’allarme che dovrebbe indurre lo Stato a colpire duramente quelle frange malate del suo apparato che si macchiano di tanta ingiustizia.
Oggi che la riforma della giustizia è di grande attualità, questi fatti dovrebbero farci riflettere.
Il sistema giudiziario italiano va sicuramente riformato. Ma perché qualsiasi riforma abbia senso, bisognerebbe prima riformare nelle coscienze degli italiani il concetto stesso di giustizia.
La vicenda Aldrovandi semina invece sfiducia ed è l’inquietante manifestazione di una giustizia senza diritto.
Diego Marani
Fonte: La Nuova Ferrara
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