Dopo l’ergastolo ostativo, la patente ostativa (ora non più!)
- novembre 20, 2021
- in Lettere dal carcere
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“Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria, definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l’effetto annulla il diniego di nulla osta al rilascio della patente di guida per Carmelo Musumeci, rappresentato e difeso dagli avvocati Francesco Mazzoni e Daniel Monni ”
Un po’ di storia:
Fui arrestato nel 1991. Nel 1992 fui deportato nell’isola dell’Asinara e sottoposto al regime di tortura del 41 bis. Per ventiquattro anni ho vissuto con la condanna all’ergastolo ostativo, o alla “Pena di Morte Viva” o “Nascosta” come la chiama Papa Francesco. Fino a quando, nel mese di dicembre del 2014, il Tribunale di Sorveglianza di Venezia ha modificato il mio ergastolo ostativo in quello ordinario e così ho iniziato a usufruire di permessi premio. Nel 2016 ho usufruito della semilibertà per svolgere attività di volontariato presso una struttura di accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII a Bevagna (PG) e nel 2018 mi è stata concessa la liberazione condizionale.
Nel novembre 1990, a seguito dell’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, mi era stata revocata la patente di guida.
Nel 2018 il Tribunale di Lucca ha annullato questo provvedimento, con questa motivazione: “In fatto all’elemento ostativo per il rilascio della patente di guida necessaria al Musumeci per raggiungere la Comunità presso cui presta servizio di volontariato, il collegio ritiene che sussistano le condizioni per la revoca delle misure di prevenzione”.
La Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, ha spesso fatto presente che l’eventuale rilascio della patente di guida mi darebbe la possibilità di poter prestare l’attività di volontariato in modo più proficuo: “Abbiamo dato disponibilità al suo inserimento nella nostra struttura soprattutto perché necessitiamo spesso di accompagnatori per le persone disabili e di una persona che svolga commissioni all’esterno della sede della comunità. A tutt’oggi non possiamo usufruire di questi servizi da parte di Musumeci perché non in possesso di patente di guida.”
Nonostante tutto questo, la Prefettura di La Spezia mi ha sempre rifiutato il nullaosta per conseguire una nuova patente.
In 27 anni di carcere ho imparato che spesso si vuole che il detenuto, in quanto prigioniero, debba accettare qualsiasi restrizione, anche quelle prive di ragionevolezza e chi non le accetta non può fare altro che soffrire.
Pensavo che fuori le cose sarebbero state diverse, invece poco è cambiato perché mi sto accorgendo che per alcune persone che rappresentano le istituzioni sono ancora, nonostante siano passati oramai 30 anni, l’uomo del reato. Credo che alcune restrizioni, quando non necessarie o datate nel tempo, producano rabbia verso le persone che rappresentano le istituzioni.
Sono sempre stato convinto che sia meglio soffrire e lottare che non fare nulla, perché ad accettare in silenzio qualsiasi tipo di restrizione non necessaria si rischia di diventare persone peggiori, per questo ho fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria, che finalmente mi ha dato ragione.
Un grazie di cuore e con il cuore ai bravi avvocati Daniel Monni e Francesco Mazzoni.
Carmelo Musumeci