Lettera aperta di un ergastolano ai senatori a vita
- maggio 21, 2018
- in ergastolo, Lettere dal carcere
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Io sono contro l’ergastolo prima di tutto perché non riesco ad immaginarlo. (Pietro Ingrao)
Onorevoli Giorgio Napolitano, Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre, mi rivolgo a voi per la vostra esperienza politica e umana, e anche perché in qualità di Senatori a vita avete indipendenza dai partiti.
L’Associazione Liberarsi onlus, che ha sempre sostenuto la campagna contro il carcere a vita, sta organizzando un nuovo giorno di digiuno nazionale per il 26 giugno 2018, data a cui l’ONU dedica una giornata alle vittime della tortura. Abbiamo scelto questa data perché, a 31 anni dall’entrata in vigore della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, i governi del mondo utilizzano ancora metodi, rudimentali o sofisticati, di tortura per estorcere informazioni, ottenere confessioni, mettere a tacere il dissenso o semplicemente come forma di punizione, come nel caso della pena dell’ergastolo, che mura vive le persone senza neppure l’umanità di ammazzarle.
Credo però sia il momento di presentarmi: sono un condannato alla pena dell’ergastolo (o alla Pena di Morte Nascosta, come la chiama Papa Francesco), in carcere da ventisette anni. Attualmente sono in regime di semilibertà, esco al mattino e rientro alla sera in carcere. Durante il giorno svolgo attività di volontariato in una struttura della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, che mi sta dando la possibilità di rimediare (ovviamente, parzialmente) al male fatto in passato, ma il mio fine pena rimane nell’anno 9999. Io, però, sono l’eccezione che conferma la regola, perché la stragrande maggioranza dei miei compagni uscirà dalla cella solo cadavere. Da più di un quarto di secolo sono un attivista della campagna “Mai Dire Mai” per l’abolizione della pena senza fine, documentata nei siti www.liberarsi.net e www.carmelomusumeci.com, dove fra l’altro, in quest’ultimo, si trova una proposta di iniziati-va popolare per l’abolizione della pena dell’ergastolo. Tra i Primi Firmatari vi sono anche i compianti Margherita Hack, Umberto Veronesi e Stefano Rodotà, oltre a Maria Agnese Moro, Don Luigi Ciotti, Giuliano Amato, Bianca Berlinguer, Massimo D’Alema, Gino Strada, la famosa pianista Alessandra Celletti e tanti altri.
Onorevoli Senatori, crediamo che la condanna a essere cattivi e colpevoli per sempre sia una pena insensata perché non c’è persona che rimanga la stessa nel tempo. Senza un fine pena certo, all’ergastolano rimane “solo” la vita, ma la vita senza futuro è meno di niente. Ci creda, con la pena dell’ergastolo è come se la vita diventasse piatta perché non si possono fare progetti per il giorno dopo, né per quello successivo. Per l’ergastolano il tempo è scandito come una clessidra: quando la sabbia è scesa, la clessidra viene rigirata…e questo si ripete incessantemente, fino alla fine dei suoi giorni. Imprigionare una persona per sempre è toglierle tutto, con questa condanna non si fa più parte degli esseri umani. Purtroppo con l’ergastolo la vita diventa una malattia. Ma la cosa più terribile è che l’ergastolo non ti uccide subito, ma ti fa diventare solo un corpo che beve la morte a sorsi, nell’oscurità e nel silenzio, e vivere diventa peggio che morire. Gli ergastolani più fortunati riescono a crearsi giorno dopo giorno un mondo interiore, costruito sul sale di tutte le loro lacrime. Non si ha più presente, né futuro, ma solo il passato. Con la condanna all’ergastolo la vita non vale più nulla, perché è morta anche la speranza. Si potrebbe dire che l’ergastolano non vive, mantiene in vita solo il suo corpo. E ogni giorno in meno è sempre un giorno in più di pena. Molti non sanno che la pena dell’ergastolo lascia la vita, ma divora la mente, il cuore e l’anima. La maggioranza delle persone è contraria alla pena di morte, ma con la pena capitale il colpevole soffre solo un attimo, con l’ergastolo invece il condannato soffre tutta la vita. Spesso mi chiedo se questa forma di “vendetta”, che nulla ha a che fare con la giustizia, possa soddisfare qualcuno, comprese le vittime dei reati che abbiamo commesso.
Onorevoli Senatori, se riterrete di rispondere saremo lieti di rendere pubbliche le vostre parole, e saremmo davvero felici se partecipate con noi alla giornata di digiuno nazionale del 26 giugno 2018 contro la pena dell’ergastolo.
Per l’Associazione Liberarsi onlus – Casella postale 30 – 50012 Grassina (FI) – e-mail: associazioneliberarsi@gmail.com Sito Web: http://www.liberarsi.net fb.me/associazioneliberarsi Tel. 055-0733042,
Carmelo Musumeci
Maggio 2017