Libano: aggressione israeliana senza fine. Oltre 2.600 persone uccise dal 23 settembre
Israele intensifica i raid aerei contro il Libano meridionale: oltre 2.600 persone uccise dai bombardamenti israeliani da settembre.
Tel Aviv ha intensificato i bombardamenti nel sud del Libano, colpendo dall’alba diverse città e villaggi nei distretti di Tiro e Nabatieh. Secondo il ministero della Salute libanese, i nuovi raid hanno già causato decine di vittime, inclusi attacchi alla città costiera di Barja e al quartiere Dahiye, nella capitale Beirut. Sarebbero oltre 2.600 le persone uccise dal 23 settembre, da quando Israele ha intensificato i raid aerei, dopo quasi un anno di attacchi al confine. Dall’ottobre dello scorso anno invece, sarebbero almeno 3.050 persone sono state uccise e 13.658 ferite dagli attacchi israeliani, secondo il Ministero della Salute libanese.
Il vice ministro degli Esteri libanese ha condannato l’assalto israeliano, definendolo “crimine contro l’umanità” e accusando Israele di violare le normative internazionali. Intervenendo davanti al governo libanese, il premier Najib Mikati ha denunciato il blocco degli sforzi diplomatici e accusato Israele di condurre una “guerra genocida”, prendendo di mira civili, soccorritori, personale medico e le forze di pace UNIFIL.
Il ministro del Lavoro libanese, Mustafa Bayram, ha inoltre denunciato Israele per l’uso di ordigni esplosivi attivati tramite cercapersone e walkie-talkie, impiegati per colpire i lavoratori direttamente sui luoghi di lavoro. A Ginevra, Bayram ha definito questi attacchi “un precedente molto pericoloso”, annunciando una denuncia formale all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).
Israele non si è mai ufficialmente assunto la responsabilità di questi attacchi ma Bayram ha detto che è “ampiamente accettato a livello internazionale che Israele è dietro a questo atto atroce” aggiundo che “potrebbe diventare la norma”, sottolineando che la denuncia mira a prevenire futuri crimini simili.
“Lo considero un obbligo morale verso il nostro paese e il mondo intero”, ha detto Bayram, spiegando che la scelta di presentare la denuncia all’Oil è dovuta al fatto che le persone erano sul posto di lavoro quando i walkie-talkie, strumenti che usavano per svolgere le loro attività, sono esplosi all’improvviso.
Gli aggiornamenti a Radio Onda d’Urto di Mauro Pompili, giornalista freelance da Beirut Ascolta o scarica
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