Gli esseri umani non hanno radici come i vegetali e le piante ma gambe e piedi per camminare, correre, saltare, nuotare, e anche varcare confini immaginari fin troppo materiali.
Eppure c’è chi ci vorrebbe relegati per sempre alla terra in cui siamo nati, quasi quella della nascita fosse una condanna del destino. Dietro sempre la solita logica nazista e razzista: sangue e suolo. O come è di moda oggi: “ognuno a casa propria!”.
Se ieri era l’ “ebreo errante” il mostro da esorcizzare, oggi è l’immigrato che fugge da sfruttamento e ingerenze occidentali, teatri di guerra e dittature (spesso alleate e finanziate dai nostri illuminati e democratici governi in funzione anti-immigrazione).
Gli Stati per loro natura dividono le persone e le incasellano in determinate quanto astratte categorie: patria, nazionalità, etnia.
Comunità di appartenenza omologanti e costruite a tavolino, in cui le individualità, le diversità e le volontà sono annientate.
E così, oltre alla difesa dei confini della Fortezza Europa, vi è la costruzione di nuovi muri al suo stesso interno e al ritorno in auge di sentimenti nazionalisti, xenofobi, fascisti.
Se la movimentazione di merci nella società turbocapitalista non ha confini, gli individui che si muovono continuano ad essere fermati, controllati, respinti, ammassati in campi di concentramento, espulsi, repressi da Ventimiglia al Brennero, da Calais alla Grecia. Perchè in questa società la merce vale più della vita umana.
Per questo chi lotta contro le frontiere degli Stati capitalisti, o contro il razzismo di Stato e quello soltanto più esplicito, ma parallelo, dei gruppi neofascisti e neonazisti ha tutta la nostra solidarietà e il nostro appoggio.
Il nostro pensiero va ai 6 arrestati e arrestate e ai diversi fermati dalla polizia italiana per il corteo di sabato scorso, 7 maggio, al valico del Brennero, all’interno di una giornata di lotta internazionale in cui varie centinaia di compagne e compagni si sono battuti contro la volontà del governo austriaco di chiudere il confine con l’Italia e ripristinare i controlli. Centinaia di poliziotti antisommossa italiani e austriaci, cariche, manganellate e lacrimogeni non hanno impedito che la ferrovia e l’autostrada fossero bloccate per qualche ora. Il processo per le 6 persone arrestate – tutte accusate di resistenza a pubblico ufficiale – è avvenuto per direttissima lunedì 9 maggio: 1 anno con condizionale per Miriam; 1 anno e due mesi con condizionale per Stefano e Cristian; 1 anno e 4 mesi senza condizionale per Sabri e Nemo (con l’aggiunta del divieto di dimora a Bolzano) ed 1 anno e 4 mesi con condizionale per Luca, nostro compagno romagnolo.
Il nostro pensiero va anche alle compagne e ai compagni antifasciste/i di Rimini, che venerdì 6 maggio alle 5 del mattino si sono visti piombare in casa i carabinieri. 6 perquisizioni domiciliari, 6 persone poste agli arresti domiciliari con l’accusa di rissa aggravata, 11 compagni indagati per percosse, lesioni personali, danneggiamento, invasione d’edificio e favoreggiamento. Il tutto per un fatto che risale alla notte dell’8 marzo 2014, quando due compagni furono gravemente feriti da un gruppo di neonazisti – tanto che uno rischiò la vita subendo due difficili operazioni chirurgiche per la fuoriuscita dell’intestino – e per le manifestazioni antifasciste seguite all’accaduto. Gli stessi due compagni feriti allora si trovano oggi agli arresti domiciliari restrittivi (non possono vedere e sentire nessuno) accusati da chi ha cercato di ucciderli (tra i 4 nazisti indagati uno ha ammesso di aver accoltellato i compagni ed un altro di essere il proprietario del coltello). Non ce ne stupiamo, del resto: è l’ennesima prova delle coperture e della sostanziale benevolenza di istituzioni, forze dell’ordine e magistratura di cui godono i neofascisti. Non a caso nelle indagini degli inquirenti le manifestazioni antifasciste come quella di Cattolica del 15 gennaio contro Forza Nuova, così come la contestazione a Salvini dello scorso 9 aprile diventano “episodi allarmanti”. Bene, vogliamo sperare che di questo genere di episodi allarmanti ce ne siano sempre più, contro i gruppi fascisti e razzisti che ormai da anni cercano di legittimarsi sul territorio romagnolo (e non solo) per mezzo delle tante protezioni istituzionali.
Barriere, muri, filo spinato, confini che si chiudono, campi detentivi, CIE, hot spot, deportazioni forzate, immigrati che muoiono in mare o durante il viaggio, schifose distinzioni tra rifugiati e migranti economici; continue ordinanze “antidegrado”, ronde per la sicurezza, militarizzazione dei territori, carcerizzazione dell’esistente, le destre estreme che avanzano nei consensi in Italia e in tutta Europa alimentando la guerra tra poveri (e la “pax” dei ricchi), il razzismo che cresce. Accettare tutto questo rende complici! Cercare di abbattere frontiere, fascismo e razzismo è l’inizio di una libertà possibile. Una libertà senza confini.
La nostra patria è il mondo intero!
Solidarietà a Luca e a tutte le compagne e i compagni arrestati e processati per i fatti del Brennero.
Libertà per le antifasciste e gli antifascisti riminesi! MARSU, BULLO, ZAGO, SURGE, VESCO E TANIA LIBERI!
Compagne e compagni romagnol* solidali; Centro Sociale Autogestito “Spartaco” Ravenna; Spazio Libertario “Sole e Baleno” Cesena; Equal Rights Forlì; Assemblea Antifascista Forlivese; Individualità libertarie di Romagna.