Livorno: 30 anni di condanne per 21 compagni per le proteste del 2012 davanti la prefettura
- gennaio 25, 2020
- in misure repressive
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Riportiamo la nota della Ex Caserma Occupata sulle condanne inflitte per l’assalto alla Prefettura di Livono
Venerdì 10 gennaio si è tenuta l’ultima udienza del processo d’appello riguardante i fatti accaduti nel 2012 durante le proteste iniziate con la visita di Pierluigi Bersani alla stazione marittima di Livorno.
Già dal primo giorno, 30/11/2012, era palpabile il clima di tensione voluto dalle forze dell’ordine e dal Partito Democratico nei confronti di una protesta legittima nei suoi contenuti e nelle forme.
Il servizio d’ordine del PD pretendeva di perquisire i manifestanti, mentre polizia e carabinieri hanno più volte caricato il presidio davanti alla stazione marittima.
Il giorno dopo, in risposta all’ingiustificata repressione messa in campo alla stazione marittima, fu indetto un presidio in piazza Cavour per spiegare alla cittadinanza la gravità di quanto accaduto.
Concluso il presidio giunsero diverse camionette della celere e di nuovo, senza alcuna motivazione, i presenti vennero caricati nel mezzo all’incredulità e allo sconcerto dei tanti passanti presenti in città per lo shopping natalizio. Ci furono anche in questa occasione diversi feriti e fu a quel punto chiaro a tutta la città che veniva messa in discussione la libertà di manifestare e il diritto al dissenso.
La notizia venne ripresa da tutti i giornali e la città decise di scendere spontaneamente in piazza anche la domenica per mostrare la sua solidarietà e il rifiuto a certe pratiche di violenta repressione. Dietro a uno striscione dal titolo “Livorno non si piega” si svolse un corteo di qualche migliaio di persone da Piazza Cavour fino alla Questura. Il corteo giunto di fronte alla Questura trovò schierati numerosi agenti della Digos e funzionari in borghese, insieme alla provocatoria presenza di camionette e squadre di polizia in tenuta antisommossa. Il corteo proseguendo il suo percorso incontrò nuovamente uno schieramento di polizia davanti al cancello della Prefettura lasciato inspiegabilmente aperto, nonostante la giornata domenicale, con la polizia schierata. A quel punto, nonostante gli inviti alla calma dal megafono, la tensione salì e la polizia si rinchiuse all’interno del palazzo. Il corteo dopo pochi minuti proseguì, e giunse nuovamente in piazza Cavour.
A seguito di questi fatti, furono portati a processo 21 militanti politici della nostra città, condannati poi in primo grado a oltre 30 anni di reclusione, accogliendo in pieno le richieste del pubblico ministero. Il processo di appello recentemente conclusosi ha confermato le 21 condanne emesse in primo grado.
E’ chiara la volontà di repressione nei confronti di quell’area politica che da 20 anni porta avanti le lotte sociali sul diritto all’abitare e sul lavoro, percorsi ecologisti e per l’ambiente, percorsi rivendicativi sul welfare. A dimostrazione di ciò, in entrambi i gradi di giudizio è stata confermata perfino una condanna per un imputato per il quale anche il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione. In appello le pene si sono leggermente abbassate, solo a causa della prescrizione di alcuni reati minori ma in sostanza nulla è cambiato. Circa 30 anni di reclusione e quasi 50mila euro da pagare, tra parte civile e spese processuali.
Aspettando le motivazioni della sentenza, che dovrebbero arrivare ad aprile, lanciamo di nuovo una campagna di solidarietà ai 21 condannati. Non lasciamoli soli!
Sono in programmazione vari appuntamenti, sia informativi che benefit per sostenere le ingenti spese, anche nell’eventualità di un ricorso in cassazione.
Per chi volesse saperne di più sulla 3 giorni di proteste, qui sotto il link per il dossier a riguardo”.7
Il servizio su La 7