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«Macerata non è che l’inizio». Sfregio sotto il ricordo di Paolo Vinti a Perugia

A Perugia, in via Cartolari un cartello sotto l’immagine di uno dei personaggi simbolo della sinistra e dell’antifascismo perugino. Indagano i carabinieri

Un atto grave. Inqualificabile. Inquietante. Non solo per il significato del messaggio, ma anche per la scelta del luogo in cui lasciarlo.

«Macerata non è che l’inizio». Sei parole che promettono violenza e ricordano razzismo. Sei parole scritte sotto l’immagine che in via Cartolari ricorda Paolo Vinti, intellettuale, studioso, politologo, giornalista, poeta, scrittore. Declamatore. Non esistono definizioni che spieghino per intero la figura complessa di Paolo, scomparso improvvisamente il 28 novembre 2010. Non esistono definizioni. Tranne una. Antifascista.

E chi ha deciso di ricordare il gesto di Luca Traini, una svastica stilizzata sulla fronte e un Viva l’Italia urlato prima di consegnarsi ai suoi inseguitori, che sabato a Macerata ha sparato dalla sua Alfa contro ogni persona di colore trovasse sulla sua strada, ha deciso di inneggiare a quel gesto sotto uno dei simboli più attuali della Perugia antifascista.

Uno sfregio che domenica è stato subito notato e quindi immediatamente rimosso. Ma non derubricato a ragazzata, considerando le sei persone di nazionalità straniera finite in ospedale a Macerata e una città presa in ostaggio per tre ore. Su quanto accaduto, infatti, sono al lavoro i carabinieri, con la Digos interessata, per individuare gli autori di un gesto da condannare con forza. E con emozione altissima.