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Mafia Capitale, i fascisti, la banda Carminati e il fatto quotidiano

Noi queste cose le abbiamo scritte due anni fa (clicca qui), prima della buriana degli arresti della Banda Carminati. Nessun giornale allora ci riprese, notiamo con piacere che Il Fatto  oggi ci riprende e ” si ispira”.
Potevano citarci, almeno per una questione di stile. Ma ognuno è se stesso…
il fatto

 

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  • Nella vicenda Capitolina compaiono i reduci di un passato fatto di nostalgici, di violenza, di scelte scellerate nel nome di un millantato modello di società idealmente perfetto. Un tempo dove l’ideale era il motore centrale di ogni iniziativa politica e umana. Perfino le rapine di autofinanziamento non erano semplicemente rapine; pur aberrante, avevano una loro giustificazione etica. Passano gli anni e quei maestri, operai nella prassi del pensiero filosofico-politico dell’estremo si sono riciclati. Dimessi i panni dell’eroe barricadiero e disinteressato, disposto a tutto pur di veder coronato il proprio sogno ideale della società perfetta a modo loro, oggi li troviamo a mettere a frutto il know-how appreso negli anni della militanza terroristica per coronare l’unico ideale rimastogli dopo gli anni ‘80: la propria pancia. In un connubio d’intenti li troviamo tutti assieme, ex estremisti di destra, banditi della Magliana, funzionari democratici fauna reduce di una stinta e purgata sinistra 2.0. Se 40 anni fa si prendevano a sprangate l’un l’altro per far prevalere la forza della loro ragione, oggi preferiscono dividersi da buoni compari la piazza degli affari. Il loro interesse sociale, la loro attenzione verso le masse si risolve nella possibilità di fare affari, anche sporchi, anzi ! Viene lecito domandarsi fino a che punto, allora, fossero davvero interessati ad una gestione etica del Potere a vantaggio della comunità e del popolo e quanto invece non fossero interessati già allora al Potere medesimo. Del resto abbiamo visto la fine che hanno fatto i vari ortodossi, preparati e disciplinati capi e sottocapi di Politburò e Comintern al crollo del socialismo. Alla fine si sono riciclati come nuovi zar del paese. Le ricchezze che amministravano per conto del popolo in nome del socialismo se le sono tenute per se a titolo privato e il popolo ha continuato a fare la fame esattamente come prima. Si sa l’uomo è fatto così. Oggi non ci resta che constatare che quelle battaglie ideali, furono combattute anche da gente che forse non aveva lo spessore morale per condurle, ma aveva visto lungo e la possibilità di farci un sacco di soldi, l’unica cosa che a loro interessava. Come si dice il tempo è galantuomo.