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Tra i migranti del ghetto di Rignano: “Sfruttati e costretti a vivere senza acqua né luce. Non siamo animali”

Nel ghetto di Rignano in provincia di Foggia vivono circa 1.000 migranti che lavorano tutti nelle campagne pugliesi. Per lo Stato questo luogo non esiste.

Lamiere di ferro, roulotte di fortuna e baracche di legno compongono il ghetto che sorge nel bel mezzo dei campi del Gargano. Senza luce, senza acqua potabile, senza strade, senza servizi, i fantasmi del ghetto di Rignano sono invisibili alle istituzioni e agli imprenditori che usufruiscono del loro lavoro.

La loro fatica è indispensabile per il comparto agricolo del territorio, ma per loro non esistono dignità e diritti.

Secondo il contratto collettivo nazionale i loro datori di lavoro dovrebbero provvedere al vitto e all’alloggio, ma preferiscono far ingrossare il ghetto.

Sambarè, Isaac, Eva, Mamy sono tra gli abitanti di questo “non luogo” che ha aperto le riservatissime porta in via eccezionale alle telecamere di Fanpage.it (reportage a cura di Antonio Musella)