Procura e Questura di Milano hanno aperto i cassetti e presentato un nuovo regalo agli attivisti milanesi. La settimana scorsa hanno iniziato a essere notificate (a più di 4 anni dai fatti) le denunce per il primo sgombero del centro sociale Lambretta di Piazza Ferravilla del 23 Ottobre 2012.
Quel giorno, ad attendere l’arrivo delle Forze dell’Ordine davanti allo spazio occupato c’era un presidio di un centinaio di solidali. Il presidio era stato letteralmente “strappato via” dall’ingresso del Lambretta dall’intervento congiunto di Digos e Reparto Mobile. Sul tetto di una delle villette di Piazza Ferravilla erano però riusciti a salire 3 attivisti che erano scesi soltanto il giorno successivo.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, un corteo di circa un migliaio di persone aveva attraversato le vie del quartiere esprimendo solidarietà agli occupanti. Presenti alla manifestazione tantissimi abitanti della zona. In quei mesi di occupazione il Lambretta era infatti riuscito a guadagnarsi la simpatia e l’appoggio di gran parte degli abitanti del quartiere iniziando un’opera di riqualificazione delle villette abbandonate da anni e liberandole dallo spaccio di eroina.
Il corteo di quella sera era aperto dallo striscione: «A Milano nel 2012 è la ‘ndrangheta ad ordinare gli sgomberi: Zambetti e Aler vergogna». Qualche giorno prima infatti, l’Assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti, l’uomo che invocava quotidianamente lo sgombero del Lambretta accampando nobili motivi di legalità, era stato arrestato per legami con la ‘ndrangheta calabrese.
Dopo lo sgombero le villette erano state nuovamente abbandonate al loro destino tanto da venire rioccupate qualche settimana dopo per poi essere definitivamente sgomberate nell’Agosto 2014.
In questi giorni le denunce: 3 per occupazione e 4 per resistenza aggravata. Tra i denunciati anche due mediattivisti di Globalproject, che quel giorno erano presenti per portare la loro solidarietà.
Questo ennesimo carico di denunce va a sommarsi alle numerosissime già arrivate negli ultimi anni che riguardano svariate iniziative di lotta: dai cortei studenteschi alle occupazioni di casa passando agli sgomberi di spazi occupati per finire alla pratica antifascista. Scartabellando negli archivi si può raggiungere la cifra indicativa di circa 30 procedimenti aperti nei confronti degli attivisti di Lambretta, ZAM, LUME, Casc Lambrate e Rete Studenti.