Milano: 8 rinvii a giudizio per la contestazione al ministro Giannini
- maggio 10, 2017
- in misure repressive
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8 rinvii a giudizio per la contestazione al Ministro dell’Istruzione Giannini avvenuta in Bicocca il 28 Maggio 2015. Reati contestati: resistenza aggravata e getto pericoloso di cose.
Tutto come previsto dunque.
Nella giornata di ieri il giudice per l’udienze preliminare ha rinviato a giudizio 8 indagati per la contestazione alla Ministra Giannini di fine Maggio 2015.
Quel giorno l’esponente del PD a cui va intestata la riforma della “Buona Scuola” (cosiddetta…) era stata invitata all’Università Bicocca a un convegno organizzato da “”Almalaurea” chiamato “I laureati tra (IM)mobilità sociale e mobilità territtoriale”.
Il Maggio 2015 era stato un mese molto caldo nel mondo della scuola. All’inizio del mese un grosso sciopero (come non si vedeva da anni) della scuola aveva completamente bloccato il mondo dell’istruzioni con cortei di migliaia e migliaia di persone in tutta Italia.
Normale e legittima quindi la contestazione degli studenti in Bicocca.
Proprio per quel motivo, alla fine, la Ministra Giannini non si era presentata, mentre era ben presente sul posto la Questura di Milano.
Gli studenti che partecipavano al presidio, avevano tentato di entrare in Bicocca per partecipare al convegno. La celere era intervenuta per bloccarli respingendoli con due cariche.
Buffo e surreale che la Polizia impedisse a degli studenti di entrare in università!
Successivamente, forse per la prima volta da quando l’Università Bicocca è stata inaugurata, il Reparto Mobile in assetto antisommossa entrava in università per uno sfoggio muscolare di cui non si sentiva il bisogno.
Erano passati pochi giorni dal Primo Maggio NoExpo e la Questura maltollerava qualsiasi iniziativa di piazza.
Le indagini su quella giornata di contestazione sono state velocissime trasformando un episodio tutto sommato irrilevante dal punto di vista dell’ordine pubblico (ma rilevante dal punto di vista politico) in una “questione criminale” da portare a giudizio.
Tra gli imputati tanti giovanissimi studenti e qualche “volto noto” da inguaiare ancora un po’.
Continua, come ormai da due anni a questa parte, il ritmo accelerato con cui la Procura di Milano gestisce i procedimenti legati alla conflittualità sociale nella metropoli con fissazioni di udienze a scadenza quasi settimanale. Un vero e proprio schiacciasassi insomma!
Seguiremo con attenzione il processo.
Qui il comunicato del Collettivo Bicocca sui fatti del 28 Maggio:
Giovedì 28 Maggio a Milano il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini era stata invitata al convegno organizzato da “”Almalaurea” chiamato “I laureati tra (IM)mobilità sociale e mobilità territtoriale”: per questo motivo noi studenti e studentesse della Bicocca ci siamo organizzati per contestare il Ministro […] in quanto promotore di un modello di istruzione dove le nuove generazioni vengono già dalla scuola addomesticate a un esistenza precaria, i privati hanno libero accesso di speculare all’interno dei luoghi del sapere e scuole e università diventano sempre più simili ad aziende.
E così assieme a una sessantina di studenti e studentesse determinati a voler manifestare un dissenso più che legittimo nei confronti delle politiche perseguite dal Ministro Giannini abbiamo organizzato la mobilitazione di oggi con lo scopo di ritagliarci una spazio durante il convegno per ribadire quello che è il nostro concetto di scuola e università pubblica in netta contrapposizione con quella promossa dalle due riforme ”La Buona Scuola” e ”La Buona Università”. Il risultato è stato che fin da questa mattina l’Università degli Studi di Milano Bicocca è stata completamente militarizzata, la Digos pattugliava i corridoi del piano terra mentre la Polizia in tenuta antisommossa era appostata con due mezzi blindati all’ingresso dell’edificio U6. Il Ministro Stefania Giannini non si è presentato per paura di commettere l’ennesima figuraccia che le avrebbe solamente tolto ulteriore legittimità politica, infatti, come Matteo Salvini, ogni posto in cui si presenta trova solamente contestazioni ad accoglierla.
Alle 16 di oggi ci siamo quindi radunati di fronte all’edificio U6 per provare a portare il nostro punto di vista in questo convegno, non appena abbiamo provato ad entrare nella NOSTRA università uno schieramento di celere ha chiuso l’ingresso impedendoci di proseguire e così coloro che fino a qualche mese fa gridavano in nome della libertà d’espressione ”Je suis Charlie” oggi non hanno voluto permettere ai protagonisti di queste due riforme di esprimere il proprio punto di vista a riguardo. Dopo essere stati manganellati dalle Forze dell’Ordine all’ingresso abbiamo provato a fare un giro attorno all’edificio U6 per accedere dagli altri ingressi. Dopo aver constatato che le uscite di emergenza e gli ingressi dell’edificio U6 erano stati blindati abbiamo provato a confrontarci con l’idiozia strategica di celere e Digos, cosiìsiamo entrati in massa nell’edificio U7 e tramite il corridoio che connette al secondo piano l’edificio U7 al blindatissimo edificio U6 siamo riusciti ad entrare dall’interno sbeffeggiando la celere che continuava a pattugliare gli ingressi. La risposta è stata immediata, per la prima volta dalla fondazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca la Polizia in tenuta antisommossa, senza il permesso del Rettore, ha incominciato a muoversi all’interno dell’università schierandosi questa volta nel corridoio interno che permette di arrivare in Aula Magna. In seguito siamo riusciti ad accedere all’aula Magna e a interrompere il convegno portando il nostro punto di vista e denunciando le violenze commesse dalle Forze dell’Ordine in università e il fatto che proprio a noi studenti ci venisse impedito di accedere in un luogo di sapere pubblico aperto a tutti e a tutte.
TROVIAMO INACCETTABILE CHE POSSA ESSERE CONSENTITO ALLE FORZE DELL’ORDINE DI PICCHIARE STUDENTI CHE PROVANO AD ENTRARE NELLA PROPRIA UNIVERSITA’ , TROVIAMO VERGOGNOSO IL FATTO CHE IL RETTORE NON ABBIA PRESO ALCUNA POSIZIONE A RIGUARDO E OGGI COME SEMPRE CONTINUEREMO A RIBADIRE IL FATTO CHE NON STAREMO IN SILENZIO DI FRONTE ALLA PRIVAZIONE DEI NOSTRI DIRITTI E ALLO SGRETOLAMENTO DELLA SCUOLA E DELL’UNIVERSITA’ PUBBLICA! AI NOSTRI POSTI CI TROVERETE!