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Modena: al Cie: la Polizia "scheda" le auto dei giornalisti

Televisioni e giornali erano accorsi per raccogliere la testimonianza di Andrea e Senad: dopo una prima accoglienza nel piazzale antistante il Cie, un agente ha iniziato a raccogliere i numeri di targa delle auto presenti per un verbale in caso di mancato sgombero

“S’invitano i giornalisti radio, tv e carta stampata a presenziare davanti al Cie modenese in via La Marmora fra le 12.30 e le 13 per attendere il loro rilascio”. Questo il comunicato stampa inviato stamattina dal Comitato Prima Marzo agli organi di informazione nel dare notizia della sentenza emessa dal Giudice di Pace su Andrea e Senad, i due fratelli bosniaci-sassolesi rinchiusi nel Cie di Modena da una cinquantina di giorni.

 Puntuali, quotidiani, televisioni e siti web si sono recati sul posto per fare il loro lavoro e raccogliere dai due giovani e dai loro famigliari un commento a caldo sulla liberazione nel parcheggio antistante il Cie di via La Marmora. I pochi agenti della polizia di Stato presenti all’ingresso, dapprima hanno presidiato la zona (presenti neanche una ventina di persone tra operatori dell’informazione e familiari dei rilasciati). Dapprima, un operatore munito di telecamera che aveva iniziato a filmare l’esterno della struttura è stato invitato ad allontanarsi da un agente a sorveglianza del cancello, forse per evitare che qualche “ospite”, accorgendosi dei media, potesse dare adito a qualche “comportamento clamoroso”. Mentre si stavano ultimando le riprese e le interviste di rito, un altro poliziotto è uscito sul piazzale e, taccuino in mano, ha iniziato a raccogliere i numeri di targa delle auto regolarmente parcheggiate entro le linee bianche. “Ma come ci schedate?” hanno chiesto i giornalisti presenti. “Se a breve non liberate il parcheggio facciamo il verbale”, ha risposto impassibile l’agente. Alla fine, alcuni giornalisti hanno deciso di andarsene, altri invece sono usciti dal piazzale per parcheggiare l’auto dal distributore di benzina adiacente il Cie e concludere così il lavoro… nell’aiuola che dà su via La Marmora.

 Sulla liberazione dei due fratelli è intervenuto nel pomeriggio di  giovedì 22 marzo, il Questore di Modena Giovanni Pinto, il quale ha ripercorso la vicenda di Andrea e Senad: “La vicenda dei fratelli Seferovic – ha ricordato il Questore – ha avuto inizio con il loro rintraccio, il 10 febbraio scorso, durante mirati servizi volti al contrasto dei reati predatori, in particolare dei furti in appartamento. A seguito degli accertamenti disposti in tale occasione, emerse che i fratelli Seferovic erano stati destinatari di diversi provvedimenti coercitivi, in alcuni casi a seguito di sentenza passata in giudicato”. Date le premesse, “si ritenne opportuno, nel rispetto della normativa vigente, di procedere all’adozione dei due provvedimenti di espulsione poi annullati. Quest’Ufficio – ha concluso il Questore – in attesa dell’effettivo accertamento della nazionalità bosniaca dei Seferovic, avviato con le competenti Rappresentanze Diplomatiche di quel Paese, valuterà l’opportunità di disporre nei loro confronti l’adozione di ulteriori misure di prevenzione”.