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Mosca: Manganellate e 100 fermi. La polizia reprime Anticapitalism-2017

Manganellate, botte, oltre 100 fermi. Alcuni giovani costretti ad affidarsi alle cure del pronto soccorso. Non è neppure iniziata ieri (23 settembre), Anticapitalism-2017, la tradizionale manifestazione dell’estrema sinistra moscovita che si teneva regolarmente ogni settembre, e senza incidenti, dal 2002.

IL SINDACO DI MOSCA Sergey Sobyanin aveva già apposto il suo «niet» al corteo da un paio di settimane e a nulla erano valsi i tentativi degli organizzatori di proporre un percorso alternativo in una zona periferica. Prefetto e sindaco sono stati inflessibili, vietandola in ogni luogo e in ogni formato. Il comitato organizzatore ha quindi lanciato la proposta di una «passeggiata di protesta» pacifica sui marciapiedi del centrale Strastny Boulevard.

Tuttavia ieri quando due ore prima del «concentramento» Sergej Udalzov del «Fronte di Sinistra» e lo scrittore Eduard Limonov di «Altra Russia» (i due personaggi più popolari ad aver aderito) sono sbucati dal metrò con qualche decina di attivisti al seguito, sono stati bloccati dalla polizia, caricati sui blindati e trasferiti in questura. Più tardi quando alcuni gruppi di giovani hanno tentato di aprire degli striscioni al grido «la Russia sarà libera» sono stati affrontati dalla polizia, manganellati e presi a calci sulla testa e sul viso prima di essere trascinati sui cellulari. Il tentativo di alcuni militanti del Fronte di Sinistra di distribuire, a poche centinaia di metri di distanza, un volantino dal titolo «un altro mondo è possibile» è stato anch’esso immediato frustrato dall’arrivo degli agenti.

ALCUNI GIORNALISTI sono stati minacciati dalla polizia e il corrispondente di Russia Aperta, Alexander Pavlov è stato anch’egli fermato. Si ripete così anche sul versante di sinistra quanto era successo con le manifestazioni del liberale Navalny la scorsa primavera: divieto assoluto di manifestare e manganellate per chi è riottoso. «La verità è che il potere ormai non sopporta più nessun tipo di protesta» ci dice uno degli organizzatori della giornata che ha preferito restare anonimo. «Teme che le proteste si incontri con la rabbia dei giovanissimi che stanno sopportando peggio la crisi e il crescente autoritarismo». Sono gli studenti dei «porn-riot» già visti in piazza con Navalny ma anche settori intellettuali meno giovani che mal sopportano la cappa di conformismo che si respira in città. «Noi – ci spiega il nostro interlocutore – ai ragazzini abbiamo detto di stare a casa, è inutile bruciarsi così». Anche se poi di ragazzini, refrattari a ogni disciplina, se ne sono visti ieri pomeriggio in piazza.

PER I MONDIALI DI CALCIO del 2018, quando i riflettori dell’opinione pubblica mondiale saranno su Mosca, il governo ha intanto preannunciato il divieto di manifestare. Anche quest’anno il corteo era stato indetto da vari gruppi della sinistra radicale tra cui il Fronte di Sinistra di Udalzov, Altra Russia dello scrittore Limonov, i marxisti-leninisti della Gioventù Comunista Russa, i trotskisti del Partito Rivoluzionario dei Lavoratori.

Tra le parole d’ordine della manifestazione spiccavano la nazionalizzazione della grande industria, la moratoria delle privatizzazioni nei servizi sociali, la riforma del codice del lavoro, libere e elezioni e indipendenza della magistratura. Il Partito Comunista di Gennady Zyuganov non aveva aderito considerando i contenuti della piattaforma «estremisti».

ORA I FERMATI rischiano multe fino a 1000 euro e chi dovesse essere accusato di resistenza a pubblico ufficiale anche una pena detentiva fino a 30 giorni. In serata è arrivata la notizia che Udalzov (che resta in prigione fino al processo) e Limonov sono stati denunciati per «violazione dell’ordine pubblico».

Yurii Colombo

da il manifesto