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Napoli. La mano pesante della "legalità"

Proteste e solidarietà ai lavoratori arrestati ieri. Manifestazione a Poggioreale e denuncia della logica poliziesca con cui vengono affrontati i conflitti sociali nella città.
Sono stati trasformati in arresti i quattro fermati dalla polizia ieri a Napoli a seguito delle proteste di piazza dei lavoratori dell’Astir e dell’Arpac e di un gruppo dei Precari Bros.
Questa mattina (venerdì 25 novembre) si terrà un Presidio al carcere di Poggioreale a cui seguirà una Conferenza Stampa per denunciare la repressione statale che si sta accanendo contro lavoratori e lavoratrici di società pubbliche a partecipazione regionale le quali da alcuni mesi non erogano gli stipendi ai propri dipendenti.
Eppure queste società sono state costituite, negli anni scorsi, per intervenire nel settore delle bonifiche e della manutenzione del territorio della regione Campania. Un territorio che – come è ampiamente noto – è stato stuprato da decenni di sistematiche manomissioni ambientali ad opera dei quell’intrigato intreccio affaristico e speculativo tra pezzi del sistema politico, del mondo imprenditoriale e della criminalità organizzata.
Oggi, all’indomani dei tagli dei trasferimenti economici dal governo agli enti locali ed in osservanza ai “patti di stabilità finanziaria” imposti dai diktat dell’Unione Europea l’amministrazione regionale del Presidente Caldoro sta procedendo ad una pesante ristrutturazione antisociale del settore.
Una sciagurata governance che si sta dispiegando contro i lavoratori delle aziende partecipate, contro il sistema sanitario e dei trasporti pubblico regionale e contro ciò che ancora residuava del welfare regionale.
Del resto la repressione contro i lavoratori Astir e Arpac fa il paio con l’autentica persecuzione giudiziaria contro i Precari Bros e contro chiunque osi contrapporsi al massacro sociale in atto.
Si pone – dunque – in maniera sempre più stringente la necessità di una unificazione delle varie vertenze sociali e sindacali in corso e un serio problema di difesa della libertà di lotta e di organizzazione la quale è costantemente messa in discussione dall’azione autoritaria e repressiva degli apparati polizieschi e giudiziari.