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Napoli: Provocazioni e abusi della Polizia Municipale

Comunicato “Rete Antifascista”e “Block Bce” sui fatti di Via Tarsia di Mercoledì 13 Maggio

Nel pomeriggio di ieri a Napoli si è consumato l’ennesimo abuso in divisa, questa volta ad opera della polizia municipale. Abusi e violenze che solo per la presenza e per l’intervento di centinaia di persone non hanno avuto conseguenze ben più gravi.

Durante un affissione collettiva di alcuni manifesti del corteo del 16 maggio, sette attivisti della Rete Antifascista e di altre realtà promotrici del corteo del 16 Maggio, sono stati aggrediti dapprima verbalmente e poi fisicamente da più di quindici agenti della polizia municipale. Insulti, spintoni, pugni, calci e ricorso alle pistole, caccia all’uomo con la mano sulla fondina; questi sono stati gli “argomenti” utilizzati dai camorristi in divisa contro gli antifascisti. L’intero quartiere fortunatamente è intervenuto per porre fine alle violenze e alla caccia all’uomo che proseguiva tra pugni alla gola e calci ai genitali.

E’ sotto gli occhi di tutti come la città sia tappezzata da manifesti dei vari candidati a cui nessuno però sembra interessato a impedire alcunché. A chi invece si schiera contro il teatrino delle elezioni il trattamento che la polizia riserva è quello della violenza. Non è la prima volta a Napoli che gli agenti della polizia municipale si distinguono per la violenza e l’infamia.

Alle violenze è poi seguito il solito iter. Gli agenti sono tornati nel quartiere minacciando gli abitanti e i negozianti di sostenere la versione secondo cui l’intervento dei colleghi fosse stato necessario al fine di bloccare dei pericolosi criminali intenti a rubare dei motorini; intanto i protagonisti dell’aggressione si andavano a far refertare presunte lesioni e mettevano in moto la macchina del fango degli accondiscendenti scribacchini locali. Da un corpo famoso per la perizia con cui si dedica alla corruzione e alla repressione dei più deboli non ci potevamo aspettare nulla di diverso. Ma tutti i presenti hanno visto realmente come si sono svolti i fatti. Molte persone hanno ripreso le violenze con i telefonini.

Facciamo appello a queste persone affinché rendano pubblici questi filmati per evitare che ancora una volta un abuso venga insabbiato. Bisogna vincere la paura e diffondere le immagini di quanto accaduto ieri pomeriggio, solo così verranno alla luce non solo le infami violenze ma anche la sfacciataggine con cui si è cercato poi di autoassolversi.

La memoria e la verità sono ingranaggi collettivi.
La verità è un atto rivoluzionario.