Natascia Savio in sciopero della fame nel carcere delle torture, a 1.000 km dalla sua casa e dall’avvocato
Natascia Savio è una militante anarchica di Torino che ha iniziato lo sciopero della fame il 16 giugno scorso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, lo stesso dei pestaggi e delle torture ai danni dei detenuti dove l’inchiesta della magistratura ha portato all’emissione di 52 misure cautelari per agenti e funzionari penitenziari.
Natascia Savio è stata trasferita a mille chilometri di distanza dalla sua casa, i suoi familiari e dal suo avvocato. Considera lesi i suoi diritti di reclusa e di imputata. Protesta inoltre contro le condizioni detentive che le impediscono di avere rapporti con i familiari e soprattutto con il suo avvocato Claudio Novaro con cui è in pratica impossibilitata a preparare le udienze. Natascia Savio è detenuta dal marzo di due anni fa e dal marzo scorso proprio nell’imminenza dei due processi è stata trasferita nella prigione di Santa Maria Capua Vetere che dista circa mille chilometri dal luogo di residenza e dallo studio del suo legale.
L’avvocato Claudio Novaro ha scritto al Garante dei detenuti che l’ha risposto spiegando di aver avviato un’interlocuzione con il Ministero della Giustizia. I continui trasferimenti tra un carcere e l’altro hanno visto Natascia entrare in quarantena sanitaria e quindi in isolamento, di non avere accesso ai soldi per la spesa interna e ai propri vestiti. E’ reclusa 24 ore al giorno senza la possibilità di fare l’ora d’aria.
Durante la scelta di intraprendere lo sciopero della fame per dare voce ai propri diritti essenziali, sarebbe sparita la vecchia cartella clinica. I parametri vitali vengono comunque rilevati da un infermiere «che la pesa non tutti i giorni e le misura la pressione. La glicemia è stata rilevata in una sola occasione».
Abbiamo intervistato l’avvocato di Natascia Savio, Claudio Novaro. Ascolta o Scarica.
da Radio Onda d’Urto