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#NoG20 Hamburg: confermato l’arresto per sei italiani

Sono ancora sei i manifestanti italiani trattenuti nei centri di detenzione tedeschi a seguito delle proteste al G20 di Amburgo. Si tratta di manifestanti fermati nei rastrellamenti della polizia successivi alle proteste, identificati, trattenuti e arrestati solo perché stranieri sospettosamente presenti ad Amburgo nelle giornate del vertice.

Le accuse rivolte agli italiani in stato di arresto vanno da disturbo della quiete pubblica, a lancio di oggetti, fino a tentativo di lesione e attacco alla sovranità dello Stato. Secondo la giurisprudenza tedesca il processo è fissato tra 14 giorni e per alcuni è stato richiesto il rilascio per ragioni lavorative in attesa del giudizio con il trasferimento in Italia del dibattimento processuale.

Gli attivisti italiani ancora in carcere in Germania sono genovesi (due), bellunesi (due) e due siciliani.

I giudici si riserveranno di rispondere a queste istanze nei prossimi 10 giorni. Continuano intanto i controlli ai danni, in particolare, di italiani e francesi che si recano all’aeroporto di Amubrgo in queste ore per prendere voli verso i rispettivi paesi.

Per chi cercasse informazioni sulle persone ancora trattenute ad Amburgo il Legal Team ha attivato una linea telefonica: +49(0)4043278778.

L’intervista a Radio Onda d’Urto di   Maja Beisenherz, avvocata del Legal Team NOG20 di Amburgo, che presta supporto legale alle persone ancora in carcere in Germania  Ascolta o scarica qui

Seguiranno aggiornamenti.

Tutti/e liberi/e,

Segnaliamo qui il racconto di un manifestante italiano che ha passato alcune ore da ostaggio nelle stanze della polizia tedesca.

“Lager in tedesco significa magazzino”

“Non fate la guerra fate l’amore aiutate l’Hamburger Polizei” (cartello scritto all’ingresso del carcere speciale di Harbour dove abbiamo passato le ultime 26 ore in detenzione preventiva)

Abbiamo fatto una visita ad un posto strano, linee gialle, marroni e blu a terra. Un’istituzione totale, una fabbrica con le sbarre, un magazzino Amazon in cui noi eravamo i pacchi.
Siamo stati spogliati, provocati e perquisiti.
A me hanno tolto le scarpe, gli occhiali e la protesi dentaria (vecchio vizio dei tedeschi).

Venivamo presi da due poliziotti a turno, con una presa fatta per spezzarti il braccio, step 1 identificazione, step 2, altri due poliziotti, ispezione, step 3 interrogatorio, e ancora così via via in una linea di montaggio che ti conduceva, passato da poliziotti in poliziotti in una cella buia, isonorizzata, senza finestre e con una panca in legno, con unico bottone per chiamare in caso di necessità.

Abu Grahib, Amazon, Guantanamo, Ponte Galeria…

Qualcuno è stato messo arbitrariamente in isolamento in questi container presi dal porto e resi anonimi solo con i numeri alle porte; sentivamo ordini in tedesco, abbiamo provato a sabotare questa logistica della detenzione, a farli impazzire suonando il campanello mille volte, gridando i nostri nomi, facendoci portare mille volte al bagno, cantando per provare a sentirci tra i corridoi, mille volte all infermeria (io ho pure scroccato un paio di Tavor), chiamando i nostri nomi e chiedendo di chiamare avvocati per darci messaggi l’uno all’altro.
Oppure mangiare lentamente, o far finta di zoppicare nell’andare in bagno. Abbiamo provato insomma a sabotare la produttività della macchina repressiva tedesca così simile a una fabbrica e un lager.
Loro procrastinavano, prendevano tempo per farci impazzire in questi container bui e isolati.
Dicevano “in pochi minuti vi rilasciamo” e non era vero, dicevano “in pochi minuti parlerete con l’avvocato” e passavano ore, “parlerete con il giudice”, falso. Se dormivamo aprivano la cella e ci svegliavano, accendevano la luce. Giocavano a fare uscire qualcuno (magari per spostarlo solo di cella e dividerci e farci chiedere perché lui/lei si e io no). Mentivano, guerra psicologica.
Minacce e insulti.
Nel cuore della notte mi hanno svegliato, io ero in isolamento, sono arrivati due in antisommossa, gridandomi di stare lontano dalla porta prima di aprire e con interprete insistevano per farmi firmare un foglio, ho rifiutato più volte, hanno minacciato ma niente da fa.
Abbiamo quindi deciso di scioperare la logistica della detenzione pezzo pezzo, processo per processo, buttare la chiave inglese del nostro corpo, della nostra creatività negli ingranaggi di una detenzione illeggitima ma legale.
Abbiamo vinto.
Non ce l’ hanno fatta a spaventarci, e a poco a poco c’hanno rilasciat* tutte e tutti. Manca solo uno di noi all’appello.
Uscito lui, domani mattina si torna a casa certi di aver vissuto una roba bella, potente, che ti unisce e ti fa ridere e ti fa vincere la paura della solitudine che è l’unico dispositivo di potere del G20.
Grazie a tutte e tutti per la solidarietà, davvero, il calore e l’amore sono importanti in questi casi.
Ora aspettiamo Carlo Caroservo LIBERO!

Appena abbiamo tempo vi scriviamo un po’ di roba che abbiamo capito sulla logistica del capitale, sullo stato d’eccezione, sul G20 e sulla logistica della repressione e della detenzione.

Vi vogliamo bene, ci vogliamo bene.
Siamo felici e i nostri nemici sono mortiferi, tristi e brutti.

Sentiamo di aver vinto di essere più liber* di ieri, ridiamo e andremo avanti il futuro è nostro!
Daje

p.s. Il pensiero va a tutte e tutti i migranti detenuti in Libia, Egitto, nei Cara italiani e nelle carceri…

da InfoAut

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Si è chiuso alla Fiera di Amburgo il , il G20, meeting dei 20 capi di Stato e di Governo più importanti del Pianeta, organizzato venerdì 7 e sabato 8 luglio 2017 dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.

Per quanto riguarda gli accordi interni tra le grandi potenze, l’accordo di Parigi sul clima è stato definito “irreversibile” da 19 dei 20 capi di Stato: gli Stati Uniti ne restano fuori. Russia e Cina, che si temeva potessero seguirli, confermano gli impegni. Raggiunto un compromesso sul libero commercio, con l’accordo Ue – Giappone, sulla stessa falsariga ultraliberista del Ceta tra Bruxelles e Canada e del (bocciato) Ttip con gli Usa.

Nonostante il tentativo di spostare l’attenzione mediatica alle dichiarazioni di rito e alla passerella di chiusura, con in particolare i media italiani che hanno semplicemente ignorato le decine di migliaia di persone che hanno preso parte alle mobilitazioni NO G20, le immagini di questo fine settimana nella città anseatica raccontano una realtà molto diversa.

Sul fronte repressivo, il bilancio della 3 giorni di mobilitazione internazionale contro il vertice parla di migliaia i feriti, la maggior parte dei quali non refertati, e quasi 300 gli arresti tra i manifestanti effettuati dalla Polizia tedesca. Tra di loro anche 16 italiani (e 2 bresciani), già rilasciati, mentre ancora 6 sono trattenuti in Germania in attesa di rinvio a giudizio. Proprio gli attivisti internazionali giunti nella città anseatica sono stati l’obiettivo preferito della “Polizei” che ha compiuto arresti indiscriminati: molte persone, soprattutto straniere, sono state attese fuori dagli alloggi in cui erano registrati, e portati in questura senza alcuna spiegazione, solo per il fatto di non essere tedeschi. Una chiara vendetta delle forze dell’ordine tedesche per le giornate di scontri e di rabbia.

Proprio riguardo al dispiegamento repressivo ai danni di attivisti internazionali e non giunti ad Amburgo, abbiamo intervistato uno dei due ragazzi bresciani, arrestati con pistole alla nuca, poi bendati, tenuti in isolamento e reclusi per 44 ore, e infine rilasciati senza alcuna denuncia. Con noi, Davide, della Valle Camonica in viaggio di ritorno da Amburgo. Ascolta o Scarica.

Per i primi commenti e valutazioni sulle giornate di lotta contro i potenti della terra ad Amburgo, ci siamo collegati per un’intervista tripla, con i nostri due redattori presenti durante il NoG20, Francesco e Manuel, e con la voce di Beppe Caccia di EuroNomade. Ascolta o Scarica.

Amburgo vista da chi un pò ci ha vissuto. Marco Petroni, autore di “St.Pauli siamo noi”, commenta con noi i fatti di questi giorni anche in vista della sua conoscenza del quartiere e con un occhio di riguardo alle scelte della società sportiva St.Pauli.   Ascolta o scarica

Un commento sul G20 e sulle giornate di mobilitazione ad Amburgo con Heinze Bierbaum, vice presidente di Die Linke. Ascolta o scarica

Di ritorno da Amburgo, le valutazioni e il racconto di Stefano, compagno della redazione di Dinamo PressAscolta o scarica.

Qui un bilancio di Fabio, compagno della redazione di Global ProjectAscolta o scarica.

da Radio Onda d’Urto