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NoG20 Hamburg: Emiliano Puleo torna a casa dopo il carcere in Germania: “Rifarei tutto domani stesso”

Lo rifarei, tornerei domani stesso ad Amburgo per manifestare”: parola di Emiliano Puleo, il 30enne di Partinico, attivista di Rifondazione Comunista, rimasto in carcere per quasi tre mesi in terra tedesca dopo essere stato bloccato durante gli scontri culminati nel corso delle manifestazioni contro il G20.

Ieri sera Partinico è tornato a riabbracciarlo: si è diretto dritto nella sede di Rifondazione Comunista dove ad attenderlo c’erano amici e compagni.

Appena sceso dall’auto ha fatto cenno di un saluto a tutti: a tradirlo neanche un filo di emozione, appena un sorriso accennato e tanto imbarazzo per quei riflettori tutti puntati su di lui che non ha mai amato un pò come il papà Ottavio, storico comunista in città e già consigliere comunale, fautore di mille battaglie politiche. Emiliano sa benissimo che il suo conto con la giustizia tedesca non è per nulla chiuso: in primo grado ha auto un anno e 6 mesi con la condizionale e per questo è tornato libero.

Lui e i suoi legali sono pronti alla futura battaglia dal momento che presenteranno appello: “Siamo sicuri – afferma il giovane – che in appello arriverà l’assoluzione piena”.

Davanti la sede del partito della falce e martello il trentenne ha trovato striscioni, mortaretti e ha ritrovato anche quel clima battagliero sentendo i cori: “Siamo tutti antifascisti”. Per Emiliano musica per le sue orecchie al punto da aver “sfidato” il tribunale tedesco: sapendo il rischio che correva, con l’ipotesi che potesse essere condannato a più di due anni, e senza la condizionale a quel punto, non ha ritrattato di un solo millimetro ed ha sostenuto di essere un “antifascista e comunista”.

Ho spiegato alla corte i motivi della mia scelta – racconta Emiliano -. Antifascista perchè è la storia della nostra Repubblica, antifascisti sono stati i nostri padri costituenti che hanno lottato tramite la resitenza partigiana contro il traditore fascista e l’invasore nazista. Comunista perchè non ci assoggettiamo alla logica che l’80 per cento delle risorse mondiali debba essere gestito dal meno del 20 per cento della popolazione. Ho rivendicato la mia cultura e appartenenza, pensavano forse di poter fare un processo contro gli antifascisti e gli anticapitalisti”.

Ripensando a quei giorni l’attivista di sinistra comunque non nega di aver attraversato anche dei momenti molti difficili sul piano psicologico: “Ci sono stati momenti di abbattimento – ricorda con lucidità – ma la forza l’ho trovata nei miei ideali e nell’affetto delle tante persone che mi mandavano i loro messaggi di sostegno”.

In una nota il circolo di Rifondazione Comunista “Giuseppe Impastato”  di Partinico afferma:

Si conclude, finalmente, dopo tre mesi di carcerazione preventiva, la terribile odissea del nostro compagno, fratello e amico Emiliano Puleo nelle carceri di Amburgo. È stata una lunga stagione caratterizzata da un’interminabile attesa, angoscia ma anche da una grande solidarietà da parte di compagni e amici di ogni parte di Italia e d’Europa. È stato anche grazie a questo calore e affetto se, sia la famiglia che noi, compagni di Rifondazione Comunista, abbiamo trovato la forza per resistere alle grandi pressioni e alla grande indifferenza che ha caratterizzato l’atteggiamento delle istituzioni Italiane e dei media nazionali verso questa gravissima vicenda. In tutto questo non dimentichiamo, però, che ci sono ancora altri compagni come Fabio, Riccardo ed Alessandro in attesa di giudizio, ai quali non mancherà sicuramente il nostro sostegno complice e solidale. Dopo sette lunghissime ore, si è concluso il dibattimento che, secondo gli avvocati di Emiliano, “è stato un grande successo, perché, per la prima volta, la manovra della Procura di fare pressione per ottenere una confessione non ha avuto il risultato sperato. Emiliano è stato liberato senza dover ammettere fatti che non sono stati provati e – continuano gli avvocati Britta Eder e Maja Beisenherz- nel ricorso in appello la difesa farà di tutto e lotterà per ottenere la piena assoluzione. Nel processo – sottolineano ancora i difensori di Emiliano – è emerso che il modo di procedere della polizia durante il G-20 non era in alcun modo in linea con le norme di legge. Occorre, pertanto, -concludono gli avvocati – riflettere sulle modalità di intervento degli agenti in borghese che operavano segretamente”. E’ stata una strategia ben precisa della difesa arrivare immediatamente alla sentenza, nonostante ci fossero tutte le condizioni affinché Emiliano venisse assolto con formula piena, per evitare che il primo grado del processo potesse prolungarsi e sostenere altre udienze prima di arrivare al giudizio finale, cosa che lo avrebbe trattenuto in carcere ancora diversi mesi. Sono state fatte cadere le accuse più pesanti, successivamente sarà presentato appello in modo da arrivare all’assoluzione. Ci è sempre stato chiaro, sin dall’inizio, che il G-20 in Germania è stato usato come pretesto per inasprire i reati legati alle manifestazioni di dissenso politico e sociale. Il diritto penale inteso, quindi, come strumento per relegare al silenzio tutti coloro che osano rivendicare quei diritti negati dalle politiche imposte dalle élite economico-finanziarie. Alla luce dei processi celebrati sino a ieri, sembrava che questo imponente dispositivo repressivo messo in campo dal governo tedesco, avesse trovato il suo pieno compimento. Il processo di Emiliano, invece, evidenzia, come ben spiegato in precedenza dagli avvocati, una vistosa crepa in questo impianto repressivo-giudiziario. I processi contro i compagni arrestati durante il G-20 sono stati dei veri e propri processi politici, dall’esito quasi scontato, in cui gli imputati sono stati posti davanti al ricatto di scambiare la propria libertà con una confessione. Gli imputati sono stati giudicati non solo per i fatti ma anche per le idee; i giudici sono arrivati perfino a distorcere concetti come l’antifascismo e l’anticapitalismo, considerati, in alcuni casi, come aggravanti, perché ritenuti sinonimi di terrorismo. Per tutte queste ragioni siamo orgogliosi dell’atteggiamento tenuto da Emiliano che, consapevole del rischio a cui andava incontro, ha aperto il processo dichiarandosi con orgoglio comunista e antifascista; ha continuato richiamandosi ai valori fondativi della nostra Repubblica e ha motivato la propria presenza ad Amburgo con la volontà di manifestare la propria indignazione verso un mondo in cui più dell’80% della ricchezza mondiale è nelle mani del 20% della popolazione. Con il cuore colmo di emozione ci prepariamo, intanto, a riabbracciare questa sera Emiliano al suo ritorno a casa, consapevoli, però, che non sono venute meno le condizioni per continuare a mobilitarci contro i potenti del mondo. Cogliamo, perciò, l’occasione per ribadire la nostra solidarietà nei confronti dei compagni arrestati, dei quali chiediamo l’immediata scarcerazione.