NoTap: il cantiere diventa zona rossa, Il Governo ordina il coprifuoco
- novembre 13, 2017
- in lotte sociali
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Questa notte il Prefetto di Lecce ha emesso un’ordinanza, della durata di un mese, con la quale la frazione di San Foca, limitrofa al cantiere Tap, è diventata zona rossa.
Identificazioni e pass per i residenti, inaccessibilità per tutti i cittadini, strade bloccate, presenza permanente delle forze dell’ordine.
Nella notte il presidio del Movimento No Tap è stato circondato dalle forze dell’ordine, con gli attivisti sequestrati a cui è stato impedito di uscire dalla zona. Nel frattempo erano ricominciati i lavori dentro al cantiere.
Proprio una settimana fa, durante l’incontro “La difesa di Madre Terra”, veniva rimarcata la necessità di garantire alle popolazioni “il diritto di resistenza” e tra questi, a sostenerlo, c’era anche un professore di diritto costituzionale e diritto pubblico comparato, come il professor Michele Carducci, e il Vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena.
Questo diritto di resistenza viene oggi negato da un’ordinanza prefettizia, che sospende la libertà di circolazione delle persone, che per giunta è anche uno dei pilastri dell’Unione Europea.
Il provvedimento è stato adottato per garantire la realizzazione di un’opera privata, che dispone sì dell’autorizzazione unica, ma non ha ottemperato ancora alla maggior parte delle prescrizioni imposte e non dispone ancora del progetto esecutivo. Per giunta è ancora pendente la la questione riguardante la realizzabilità del microtunnel, che interessa la prima fase della costruzione dell’opera.
“Esigenze funzionali alla tutela del cantiere e alla prevenzione delle turbative dell’ordine pubblico”: sono queste le motivazioni addotte.
Ma per quanto formalmente legittimo, è evidente che si tratta di di uno scontro tra lo Stato e la popolazione locale e altri rappresentanti delle istituzioni locali, di un’opera imposta con la forza.
Questo è il primo commento da parte del Movimento No Tap, che intorno alle 24.00 chiedeva a tutti di accorrere al presidio:
“Anche questa notte si sta per scrivere una delle pagine più nere della repubblica italiana. Lo stato si mette al servizio di una multinazionale invece di ascoltare le istanze di un intero territorio. Al servizio del malaffare contro una popolazione che chiede giustizia, una popolazione tradita ed abbandonata da un governatore di regione da sempre favorevole a questo progetto che porta con se corruzione, abbandonati da sindaci voltagabbana più vicini a interessi di partito che delle cittadinanze.
Anche questa notte subiremo la violenza di uno stato che ha abbandonato gli interessi per il bene comune per abbracciare quelli degli affari speculativi di un’opera inutile. Tutti al presidio.”
Questa mattina è cominciata a crescere la rabbia dei residenti, contro il dispositivo della prefettura. Ad alcuni è stato impedito di andare a lavoro dai cordoni di polizia, addirittura lo Scuolabus è stato fermaro dagli agenti.
Il blitz poliziesco sta coinvolgendo circa 250 poliziotti, che hanno isolato l’area del cantiere. Una ventina di militanti del movimento ‘No Tap’ sono stati bloccati all’ingresso del cantiere, dove si trova il presidio permanente del movimento, mentre altre decine, una volta lanciato allarme, non sono riusciti a raggiungerli a seguito dei blocchi di polizia alle strade di accesso.
Dopo ore di presenza al presidio in mattinata è partito un corteo spontaneo, che ha attraversato le strade di Melendugno. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Gianluca, attivista No Tap Ascolta o scarica l’intervista
“Ormai il Governo italiano si è ridotto a imbarazzante sensale di Tap e Snam. Lo dichiara Ernesto Abaterusso, Presidente Gruppo consiliare Articolo 1 – MDP. “Promette soldi di Trans Adriatic Pipeline a sindaci, costruttori, imprenditori ed associazioni agricole – prosegue – in cambio del loro silenzio sul metodo vergognoso che ha imposto Tap ai territori senza alcun tavolo per decisioni condivise”.
Lavora apertamente per isolare il Sindaco di Melendugno nella sua coraggiosa battaglia a difesa della dignità di un intero territorio. Adesso ordina addirittura il coprifuoco dal vago sapore fascista nelle aree intorno a San Foca. È un insieme di atteggiamenti vergognosi contro cui noi solleviamo la nostra indignazione. I governi – conclude Abaterusso – dovrebbero difendere gli interessi dei cittadini. Quello italiano difende quelli delle multinazionali”.