Sono sei le perquisizioni fatte questa mattina martedì 27 agosto in valle di Susa dal reparto digos della questura di Torino (rep. “operazioni speciali”) sotto la guida dei pubblici ministeri Rinaudo e Padalino.
Le misure cautelari sono quattro ai danni di Luca, Alessandro, Marco, Mattia, obbligo di dimora nel comune di residenza e rientro notturno presso la propria abitazione. Le case perquisite sono oltre a quelle dei ragazzi sopra quelle di Leonardo a Meana di Susa e Marco a Giaveno. I fatti contestati risalgono ad inizio agosto quando durante un blocco autostradale a Chianocco. Tra gli ingadati anche il giovane di “pecorella”… anche se lui era in vacanza in Sicilia
Mettiamo dunque un po’ di ordine:
– in quei giorni, inizio agosto era in arrivo in valle di Susa la “talpa”. Per evitare un ulteriore spreco di denaro pubblico e la devastazione del territorio il movimento decise di provare a bloccare i convogli che trasportavano i pezzi
– un autista in preda a una strana ebbrezza post cena prova con il suo pesante mezzo a sfondare un pacifico blocco stradale rischiando di schiacciare molte persone
– l’autista viene fermato e dopo poco, illeso, senza neanche un graffio nè a lui nè al mezzo viene fatto ripartire (si valuta che l’allegro e pericoloso “ragazzo” è più un problema che altro).
– Con una gomma bucata (dice l’autista) raggiunge facendo circa 10 km la sede della polstrada di Susa (con una gomma bucata?)
– la Polizia che continua a difendere le ditte mafiose che con le loro attrezzature e i loro mezzi raggiungono il cantiere tav di Chiomonte decide di sfruttare “l’allegro autista”. Gli vengono fatte vedere le foto dei no tav più conosciuti e lui con un sorriso alcolico ne riconosce sei, due dei quali è sicuro siano gli autori del blocco (questo lo apprendiamo oggi dagli atti consegnati ai no tav perquisiti. Rilascia inoltre una falsa intervista in cui dichiara di aver pensato di morire (?)
– la procura “indaga”? Sulla base di quattro dichiarazioni di un autista viene costruito il “castello” accusatorio (sembra però un castello di carta). Padalino e Rinaudo pm che si dedicano a tempo pieno ai fastidi contro il movimento no tav firmano richieste di perquisizioni e misure cautelari il tutto sotto la “sapiente guida” del cattivo maestro Giancarlo Caselli procuratore capo di torino. Da notare l’identificazione del tutto arbitraria dei soggetti, senza un confronto, non in una sede giudiziaria e senza la presenza della difesa
– il gip però non ci sta, rigetta il castello accusatorio e non firma.
– Ecco allora che l’identificazione viene riprovata più volte fino ad arrivare ad un esito soddisfacente (“lo riconosci? forse… allora niente arresto… e poi ancora lo riconosci? è lui vero? bè forse sì… andiamo meglio… lo riconosci? ha fatto tutto lui? sì sono sicuro… ok allora manette)
– un giudice per le indagini preliminari, soddisfatto dall’ennesima prova riuscita di riconoscimento farsa senza troppi scrupoli firma il tutto e con una pacca sulla spalla ai pm fa partire l’operazione
– la polizia con il reparto digos della questura di Torino esegue e si fa prendere la mano allargando anche le perquisizioni agli archivi informatici di Leonardo noto attivista del sito tgvallesusa e notav.eu sequestrando il suo archivio riposto in ben 7 computer
RISULTATO FINALE?:
– quattro giovani no tav ora devono rimanere nel recinto del loro comune e tornare a dormire presto la sera. Lavoro, vita, libertà un dettaglio che in val di Susa viene calpestato quotidianamente
– con la scusa altri due no tav sono stati perquisiti ed in particolare uno, Leonardo che è un curatore di due siti internet del movimento, notav.eu e tgvallesusa (portale di giornalisti liberi e indipendenti della valle e non solo) è stato privato dei suoi mezzi di lotta e di lavoro. Sette computer, videocamere e macchine fotografiche gli sono state sequestrate.
– Ancora una volta il fronte sitav, che da anni ha esaurito gli argomenti politici per convincere l’Italia che il tav Torino Lione serve usa il piano giudiziario per mettere in difficoltà chi si oppone
– Il movimento no tav continua e continuerà a lottare. I cantieri devono essere fermati e anche questo furto da 22 mld di euro di denaro pubblico
Tra gli iscritti nel registro degli indagati, che oggi hanno visto perquisire le loro abitazioni dalla Digos di Torino per i fatti avvenuti nella notte tra l’1 e il 2 agosto c’è anche Marco Bruno.
Il giovane accusato di aver dato l’assalto a un tir sull’autostrada Torino-Bardonecchia non è un volto sconosciuto. Infatti è il ragazzo barbuto che apostrofò con il nomignolo di “pecorella” un carabiniere dei reparti mobili in assetto antisommossa.
Secondo i pubblici ministeri Andrea Padalino e Antonio Rinaudo lui avrebbe partecipato al presunto danneggiamento del tir, peccato che poche ore dopo la perquisizione sia saltato fuori la matrice di un biglietto di imbarco che mostrerebbe che Marco Bruno non poteva trovarsi in Val di Susa visto che era in Sicilia, infatti il biglietto è datato 31 luglio 2013 ore 21, partenza da Genova direzione Palermo, nave Fantastic, numero di poltrona C08, compagnia di imbarco Grandi Navi Veloci.
Il tagliando è stato pubblicato in tempi record da SpintaDalBass tramite Twitter. Secondo invece l’accusa, Marco Bruno sarebbe stato riconosciuto durante un incidente probatorio dallo stesso autista aggredito, a cui era stato refertato lo stato di shock, anche se l’”alibi”, come si dice in questi casi, dell’indagato parrebbe reggere.
Ora da cronisti ci poniamo la domanda: come può essere stato individuato e identificato quel giorno e il cui nominativo in un secondo tempo è stato trasmesso ai magistrati se il Bruno era appena giunto in terra siciliana? Può essere che l’autista olandese nei riconoscimenti non sia stato poi così attendibile.
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COMUNICATO DEL MOVIMENTO NOTAV
Ancora una mattinata di perquisizioni in Val di Susa e non solo. Agenti di polizia del reparto digos (“operazioni speciali”) della questura di Torino hanno svegliato 6 giovani notav, entrando nelle loro case portandogli via materiale informatico . Le accuse si riferiscono agli avvenimenti delle settimane scorse, quando centinaia di no tav hanno complicato l’arrivo dei primi pezzi della talpa nel cantiere di Chiomonte. Ad alcuni è stato imposto l’obbligo di dimora nel proprio comune di residenza e il rientro notturno, dalle 22 alle 6. Le accuse che i pm della procura hanno formulato sono sequestro di persona, danneggiamento e blocco stradale. per fare un breve riepilogo dei fatti proviamo a fare una breve sintesi:
– in quei giorni, inizio agosto era in arrivo in valle di Susa la “talpa”. Per evitare un ulteriore spreco di denaro pubblico e la devastazione del territorio il movimento decise di provare a bloccare i convogli che trasportavano i pezzi
– un autista in preda a una strana ebbrezza post cena prova con il suo pesante mezzo a sfondare un pacifico blocco stradale rischiando di schiacciare molte persone
– l’autista viene fermato e dopo poco, illeso, senza neanche un graffio nè a lui nè al mezzo viene fatto ripartire (si valuta che l’allegro e pericoloso “ragazzo” è più un problema che altro).
– Con una gomma bucata (dice l’autista) raggiunge facendo circa 10 km la sede della polstrada di Susa (con una gomma bucata?)
– la Polizia che continua a difendere le ditte mafiose che con le loro attrezzature e i loro mezzi raggiungono il cantiere tav di Chiomonte decide di sfruttare “l’allegro autista”. Gli vengono fatte vedere le foto dei no tav più conosciuti e lui con un sorriso alcolico ne riconosce sei, due dei quali è sicuro siano gli autori del blocco (questo lo apprendiamo oggi dagli atti consegnati ai no tav perquisiti. Rilascia inoltre una falsa intervista in cui dichiara di aver pensato di morire (?)
– la procura “indaga”? Sulla base di quattro dichiarazioni di un autista viene costruito il “castello” accusatorio (sembra però un castello di carta). Padalino e Rinaudo pm che si dedicano a tempo pieno ai fastidi contro il movimento no tav firmano richieste di perquisizioni e misure cautelari il tutto sotto la “sapiente guida” del cattivo maestro Giancarlo Caselli procuratore capo di torino. Da notare l’identificazione del tutto arbitraria dei soggetti, senza un confronto, non in una sede giudiziaria e senza la presenza della difesa
– il gip però non ci sta, rigetta il castello accusatorio e non firma.
– Ecco allora che l’identificazione viene riprovata più volte fino ad arrivare ad un esito soddisfacente (“lo riconosci? forse… allora niente arresto… e poi ancora lo riconosci? è lui vero? bè forse sì… andiamo meglio… lo riconosci? ha fatto tutto lui? sì sono sicuro… ok allora manette)
– un giudice per le indagini preliminari, soddisfatto dall’ennesima prova riuscita di riconoscimento farsa senza troppi scrupoli firma il tutto e con una pacca sulla spalla ai pm fa partire l’operazione
– la polizia con il reparto digos della questura di Torino esegue e si fa prendere la mano allargando anche le perquisizioni agli archivi informatici di Leonardo noto attivista del sito tgvallesusa e notav.eu sequestrando il suo archivio riposto in ben 7 computer
Ci pare evidente il disegno della procura di Caselli, e dei due pm Padalino e Rinaudo, volto ad impaurire il movimento avvolgendolo nelle loro spire repressive.
Ma hanno fatto i conti senza l’oste. Colpendo i nostri amici e compagni, ragazzi cresciuti a pane e no tav, non fanno altro che rinsaldarci nella convinzione che la nostra lotta è giusta, i loro colpi maldestri sono il sintomo che stiamo procedendo bene e non potendo sconfiggerci in altro modo tentano l’ultima disperata carta. E non utilizziamo il termini maldestro a caso: uno dei ragazzi perquisiti nel momento in cui avvenivano i fatti di cui sono accusati era in vacanza, a mille chilometri dalla Valle. Basterebbe questo elemento per mostrare la pretestuosità delle accuse e la matrice politica delle mosse della procura di Torino, tutta tesa a perseguire non il singolo reato ma il dissenso.
Questa è la costruzione-furto dell’alta velocità Torino Lione, da un lato si scava, si spende e si devasta dall’altro si cerca di fermare oggi con le manette, oggi con un manganello o un lacrimogeno, oggi con un infamante articolo su un giornale compiacente chi si oppone e lotta per fermare questo spreco. Piccoli colpi che continuamente cercano di arginare un movimento che non si è lasciato ingannare e non si lascia intimidire. Dove la politica ha fallito, dove i governi sono caduti oggi la procura e le forze di polizia provano ad aprire varchi e paure.
Interessante e non in ultimo come in questa occasione sia stato colpito Mattia, un noto attivista dei notav terzo valico di genova, molto attivo sul suo territorio. Un’occasione ghiotta dunque per la procura e i sitav di preparare un altro nuovo e difficile fronte di lotta.
Movimento no tav