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I piloti tedeschi contro i rimpatri

Il governo di Angela Merkel aveva deciso, già da tempo, di considerare l’Afghanistan come un “Paese sicuro”, in modo tale da costringere i richiedenti asilo arrivati in Germania a fare ritorno nel loro Paese d’origine, nonostante i numerosi problemi e conflitti che continuano ad affliggerlo. E pur considerando l’aumento delle espulsioni, la Germania resta comunque la principale destinazione di rifugiati e migranti nell’Unione europea: solo nel 2017, ha ricevuto più domande di asilo rispetto a tutti gli altri 27 Paesi dell’UE. Di fatto, ha accettato quasi 170mila richieste di asilo politico e ne ha rifiutate circa 210mila. E un numero alto di dinieghi viene annullato dopo aver presentato ricorso. Per ridurre il numero di ricorsi e accelerare le espulsioni, il governo tedesco ha predisposto un programma – che inizierà nel febbraio 2018 – che prevede che i richiedenti asilo, la cui domanda è stata respinta, ricevano 3.000 euro come “incentivo” ad accettare l’espulsione.

Intanto quest’anno a ostacolare la scelta tedesca di espellere a tutti i costi, ci hanno pensato i piloti di alcune compagnie aeree tedesche (principalmente Lufthansa e Eurowings). Nel 2017 tra gennaio e giugno, sono stati cancellati ben 222 voli diretti in Afghanistan. I piloti si sono rifiutati di rendersi complici di un disumano rimpatrio. Infatti, possono decidere di non far salire i passeggeri sull’aereo: si possono appellare alla «sicurezza del volo», non perché hanno ritenuto di correre qualche rischio, ma semplicemente per «zivilcourage», coraggio civile.

«La decisione di non far salire qualcuno a bordo spetta al comandante — spiega un portavoce di Lufthansa — noi come compagnia siamo obbligati ad accettare chiunque abbia un biglietto valido. Le autorità ci avvertono quando c’è un passeggero con foglio di via, la polizia lo accompagna fino all’imbarco ma non viaggia con lui. E il pilota non può opporsi per motivi giuridici a un’espulsione, ma può decidere di far scendere un passeggero, qualunque passeggero, se ritiene che possa costituire un pericolo per la sicurezza del volo».

Da mesi, i giornali tedeschi riportano anche notizie di un’altra forma di “zivilcourage” che starebbe spingendo moltissimi medici ad aiutare i profughi attestando loro l’impossibilità di viaggiare per malattie varie.

Secondo Amnesty International, i governi europei che organizzano i rimpatri dei richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan rischiano di mettere in pericolo la vita di quasi 10mila persone in quanto “nessuna parte del Paese è sicura e chi vi risiede corre costantemente il pericolo di essere torturato, rapito o addirittura ucciso”.


da
www.cronachediordinariorazzismo.org