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Pisa: La destra , la riduzione del danno e le politiche sociali trasformate in interventi sicuritari

Quanti progetti sociali sono stati persi nel corso degli anni all’ombra della Torre Pendente?
Non esistono statistiche in merito ai progetti ideati, costruiti e poi tagliati, si sono perse per strada esperienze, professionalità, posti di lavoro ma di questo non si parla.
L’arrivo della Lega al Governo della città  determinerà un complessivo ripensamento delle politiche sociali, ad esempio i progetti di riduzione del danno saranno ridimensionati dopo averne sminuito il significato e il contributo.
Eppure la Riduzione del danno/Limitazione dei Rischi (RdD), secondo la letteratura internazionale e le linee guida europee è, insieme, un approccio, una politica e un sistema di interventi e mira a ridurre le conseguenze negative del consumo di droghe, legali e illegali, sul piano della salute, sociale ed economico, per i singoli, le comunità e la società (EMCDDA) È inoltre una politica “fortemente inserita negli ambiti della sanità pubblica e dei diritti umani”.
Il diffondersi dell’uso di droghe  e di dipendenze rappresenta un fenomeno sociale complesso che non puo’ essere ridotto a malattia o devianza, esistono molteplici modelli di consumo, i soggetti sociali sono i piu’ svariati e il consumo stesso risulta ormai compatibile con la vita di comunità e dei singoli. Anni fa scoprimmo che l’uso di sostanze era legato anche ai ritmi di lavoro e di vita sempre piu’ intensi e meno sostenibili, ci si drogava per andare a lavoro, nel caso dei migranti poi sono diffuse droghe per tollerare i lunghi ed estenuanti lavori nei magazzini e nei campi.
Sono per molti ovvietà ma per i nostri governanti locali rappresentano un pianeta sconosciuto, gli interventi sociali vengono confusi con la  militarizzazione delle piazze, meglio investire in strumenti repressivi e forze dell’ordine piuttosto che in interventi sociali.
In questa ottica la diffidenza verso il sociale diventa un’arma di distruzione degli interventi operati dal terzo settore, a sua volta viene attaccato operando divisioni tra cooperative disposte a scendere a patti con la pratica securitaria (facendosi magari imporre le modalità e le tempistiche degli interventi piegate alle istanze del nuovo corso politico) e cooperative che tengono invece a salvaguardare gli interventi storici in materia sociale.
Gli interventi in materia sociale sono fenomeni complessi anche sotto il profilo culturale, esistono decenni di esperienze e migliaia di pubblicazioni verso le quali l’avversione politica delle destre è a tutti nota. Ma anche la sinistra che ha governato per anni , nel corso degli anni , aveva praticato un crescente disinteresse e disimpegno verso gli interventi sociali tanto che le politiche contro il degrado urbano nascono all’ombra del Pd.
Ma quel degrado non viene analizzato per quello che è, diventa invece ostaggio di politiche securitarie che lasciano fuori l’urbanistica, la socialità e i problemi economici, diventano solo iniziative di ordine pubblico.
E in questa ottica si sminuiscono gli interventi sociali, si riducono interventi e realtà a un problema economico dimenticando che i lavoratori e le lavoratrici del sociale sono tutti\e sottopagati e alla soglia della povertà.
Sfruttamento, o autosfruttamento, della forza lavoro, tagli al sociale, città vetrina e militarizzazione delle piazze sono figlie di una politica di lungo corso che ritiene da tempo il welfare e l’intervento sociale un fardello economico insostenibile.  Anzi capita sovente che Giunte locali a guida di centro destra rinuncino a partecipare a bandi europei per fondi destinati ai migranti e al sociale, si rinuncia a presentare progetti e percorsi inclusivi che sarebbero finanziati con progetti comunitari.
E cosi’, come nell’Inghilterra della Thatcher, disuguaglianze e problematiche diventeranno sempre piu’ forti trascinando nel baratro giovani e meno giovani, espellendo la forza lavoro del terzo settore o relegandola a progetti compatibili con le passeggiate securitarie di tanti sindaci.

Sindacato Sgb Pisa